«Ho lasciato l’Ucraina: sono cieco e sarei stato di peso»
Primo Vaia è arrivato a Torbole Casaglia a casa della figlia dopo ventisei ore di viaggio in pullman
Primo Vaia con la figlia Jannine e la nipotina Sara - © www.giornaledibrescia.it
Dopo 26 ore di viaggio, è arrivato a casa della figlia a Torbole Casaglia. Accolto con l’affetto grande nei confronti di un padre che ha rischiato di essere colpito dai bombardamenti. E, comunque, che aveva appena lasciato un Paese in guerra. Primo Vaia, bresciano che da dodici anni vive a Lutsk, città dell’Ucraina occidentale distante 150 chilometri da Leopoli e cinquecento da Kiev, non avrebbe voluto partire. Voleva restare. Nemmeno dopo aver sentito nettamente il fischio dei bombardamenti rus
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