Heysel, i ricordi della vedova del bresciano morto nella tragedia
L’album dei ricordi s’interrompe sulla pagina nera e gli occhi si riempiono di lacrime. Ammette che ogni anno la fitta al cuore si fa sempre più acuta. Sarà la salute ballerina, e le pagine di giornale ingiallite nei cassetti di casa, che ora rispuntano: «Mi sono tornate tra le mani proprio pochi giorni fa». Sarà soprattutto perché c’è una data che ha cambiato per sempre il senso della vita. Di una donna e di quattro figli, bambini all’epoca, adulti oggi.
«Sono passati 34 anni, ma la mia mente è ferma al 29 maggio 1985». Alla tragedia dell’Heysel. A Bruxelles, durante la finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool, morirono 39 persone di cui 32 italiane. Un bresciano, Tarcisio Salvi. «L’ho scoperto solo al mattino dopo, quando un carabiniere è venuto a casa», racconta oggi la vedova, Marie Andries.
«Per tutta quella maledetta notte telefonai al numero che mostravano in televisione ma nessuno ha mai risposto». L’uomo in divisa annuncia quello che mai avrebbe immaginato: «Pensavo al massimo che fosse rimasto ferito. Mai avevo mmaginato una tragedia così». Lei, belga di nascita trapiantata per amore a Brescia, sale sul primo aereo per Bruxelles. Non dimentica nulla di quel day after.
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