Hackerata la pagina Facebook dell'assessore regionale Fabio Rolfi

Aveva 65mila follower: denuncia alla Polizia Postale. Nelle ultime settimane violazioni in crescita
Social network e dati personali nel mirino -
Social network e dati personali nel mirino -
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Qualche anno fa era successo anche al suo leader, Matteo Salvini: da un secondo all’altro, sul suo profilo avevano iniziato a comparire una serie di messaggi tra il goliardico e il provocatorio («se questo post raggiunge 1000 like mi raso a zero» recitava uno dei tanti).

E da lunedì sera, a ritrovarsi la pagina Facebook hackerata è stato l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi, proprio nel periodo in cui si scaldano i motori della campagna elettorale che - per Loggia 2023 - lo vede protagonista (come candidato sindaco già indicato dalla Lega e in attesa di incassare il placet dall’intero centrodestra).

Ad allertare l’assessore e il suo staff è stata la mail, indirizzata a lui direttamente dall’indirizzo tecnico del social, nella quale si comunicava che da quel momento in avanti non sarebbe più stato ufficialmente il gestore della sua pagina. Una mail ricevuta pochi minuti dopo aver effettuato la procedura per togliere la spunta blu su un altro social, questo dedicato alla messaggistica: WhatsApp.

L’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi - © www.giornaledibrescia.it
L’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi - © www.giornaledibrescia.it

Durante la procedura automatica per la segnalazione della violazione subita su Facebook, è poi comparsa una scritta in arabo. Epilogo: al momento, né la pagina né il profilo personale Facebook dell’assessore esistono più, sono stati immediatamente bloccati. Dopo aver allertato già nella serata di lunedì la Polizia postale, questa mattina Rolfi sarà in sede per firmare la denuncia.

Un contrattempo non da poco, questo, specie se si considera l’impegno politico e amministrativo: sempre più spesso gli amministratori utilizzano infatti i social per comunicare i propri spostamenti e la propria attività. Non a caso gli ultimi due post riguardavano le tappe cittadine: un sopralluogo nel quartiere Fornaci insieme al Comitato spontaneo per «ascoltare i problemi di commercianti e di cittadini» e la presenza alla «Strabottonaga», nel quartiere Don Bosco.

Senza contare che la pagina pubblica dell’assessore regionale aveva incamerato 65mila follower ed era stata tra le prime duecento aperte in Italia tra i politici. Si riusciranno a recuperare dati e post? Non si sa. Né è possibile sapere in quanto tempo pagina e profilo potranno tornare legittimamente operative: a volte bastano una manciata di giorni, altre mesi interi. Nel frattempo, la comunicazione dell’assessore si concentrerà su Instagram, dove il profilo è invece «salvo».

Non è un caso isolato, quello che ha visto protagonista Rolfi. Nelle ultime settimane, infatti, sono molti gli utenti che si sono trovati a tu per tu con i propri profili social hackerati. Nel «far west» dei furti d’identità digitali ci sono finiti in particolare Facebook e Instagram: basti pensare che nel 2022, solo nel Bresciano, è stata depositata in media una denuncia al giorno per segnalare la presenza di post o di «stories» comparsi sulla pagina degli utenti titolari, ma pubblicati dalla mano di chi aveva violato i loro profili.

Nel 2019, proprio da Facebook erano stati rubati i dati di ben 35,6 milioni di profili italiani. Le proporzioni del data breach del social network - segnalato dal ricercatore israeliano Alon Gal - erano mastodontiche, perché quel database conteneva una marea di informazioni sensibili (numeri di telefono, indirizzi, contatti mail, date di nascita). La vulnerabilità era stata poi riparata da Facebook nell’agosto dello stesso anno. Ma intanto, quei dati sono stati captati.

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