Gussago, ritrovata tra i rovi la cornice di pietra trafugata dai ladri alla Santissima

Era stata rimossa e poi abbandonata: adesso verrà ricollocata accanto alla gemella
  • Santissima, ritrovata la cornice di pietra trafugata
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La caccia al «tesoro» è stata vinta ancora una volta dai volontari del Gruppo Sentieri che, nelle scorse ore, hanno trovato tra i rovi del Taglietto - antica cascina abbandonata - una preziosa cornice in marmo decorato, che originariamente si trovava nella chiesa della Santissima.

Un bellissimo ritrovamento per l’edificio-simbolo di Gussago. La cornice ritrovata potrà essere così ricollocata a pendant della sua gemella, che era rimasta orfana, a causa dei ladri. Questi avevano spostato materiali della chiesa all’imbocco della strada - che arriva appunto al Taglietto - ma poi, forse disturbati, non erano tornati a recuperarli. E l’elemento lapideo è finito sepolto dalla vegetazione.

«L’ex convento - dicono i volontari de La Santissima nel Cuore - è stato oggetto per decenni di una spoliazione sistematica. Questa volta invece abbiamo un’ottima notizia: il bellissimo ritrovamento di una cornice in pietra, scoperta dai volontari del Gruppo Sentieri Gussago durante i lavori di pulizia dei rovi davanti al Taglietto. Una cornice che reca incise delle decorazioni, dalle dimensioni di 90x75x22cm  e dal peso di più di 200 kg. Da tempo eravamo alla ricerca del manufatto che era stato ricoperto di rovi.  Un’altra bella sorpresa, dopo gli affreschi dei 12 Apostoli, che oggi ha visto il recupero e il "ritorno a casa" dell’antica cornice».

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Questa sarà ricollocata, simmetricamente, rispetto a quella murata a sinistra, all’interno della chiesa della Santissima. «Un ringraziamento ai volontari che hanno effettuato il ritrovamento - dicono i membri del gruppo La Santissima nel Cuore -. Rinnoviamo l’invito a quanti nel tempo hanno derubato la Santissima a restituire, in forma anonima, il maltolto o a risarcire in qualche modo il danno. La Santissima sta tornando a far battere il cuore di tutta la comunità».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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