Guido Bertolaso a Brescia: «Cambieremo la norma nazionale sulla formazione dei medici»

L’assessore regionale al Welfare all’auditorium Capretti in occasione della serata dedicata al volontariato
  • Guido Bertolaso all'auditorium Capretti
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Non nega che di problemi ce ne siano «come in tutto il resto del Paese, visto che buona parte delle norme sono nazionali», ma chiede anche di non dimenticare che «in Lombardia la situazione è di gran lunga migliore: non ci animiamo perciò di eccessivo pessimismo».

L’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, arriva all’auditorium Capretti, in città, accompagnato dalla consigliera regionale uscente Simona Tironi, in corsa per il bis in Lombardia e alla regia della serata dedicata al volontariato. Accanto a lei, sul palco, c’è «l’amica con la quale ho condiviso il cammino della scrittura della legge sui disturbi alimentari»: Ambra Angiolini. 

Bertolaso rassicura i medici (molti quelli presenti in sala): «Servono maggiori riconoscimenti e ruoli per il personale medico, infermieristico e tecnico che è poco remunerato per l’impegno e il lavoro svolto: questa è la garanzia che io metto sul tavolo per loro. In questi tre mesi - ha detto - qualche passo in avanti è stato fatto, ma indubbiamente nella prossima legislatura si lavorerà perché si deve fare ancora meglio». 

C’è un forte problema derivato dalla carenza di personale medico? «Certo: il problema c’è, è lampante e ce lo trasciniamo da una mala programmazione degli anni passati» chiarisce l’assessore lombardo. Che annuncia che nei prossimi giorni sarà approvata in Giunta «una delibera importantissima che riguarda il percorso formativo dei medici di medicina generale: in questa regione cambieremo la norma nazionale sulla formazione che impone ulteriori tre anni di specializzazione». Non solo: «Cambieremo anche il contratto, che concederà loro incentivi necessari». Il numero chiuso per la laurea in Medicina sarà abolito? «Per sapere questo - chiude Bertolaso - dovete rivolgere la domanda al governo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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