Guerra in Israele, a Brescia in 500 manifestano in piazza per la pace
Un presidio lampo, poco più di 30 minuti. Ma tanto basta per lanciare da Brescia un messaggio univoco e netto: vogliamo la pace. Circa 500 persone hanno risposto all’appello delle Acli e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil a radunarsi in largo Formentone per ribadire che Brescia è per la pace, senza se e senza ma. A rispondere alla chiamata sono state ben 45 realtà del territorio: dal Movimento non violento alla Banca Etica, da Pax Christi all’Azione Cattolica. All’ombra della Loggia tante bandiere arcobaleno, ma nessun simbolo di Israele o della Palestina.
Una precisa volontà di non creare divisione né generare polemiche. Sulla stessa facciata del Municipio, d’altronde, solo poche ore fa l’amministrazione Castelletti ha deciso di esporre quella stessa bandiera, simbolo universale di convivenza tra i popoli. Alla manifestazione c’era anche l’amministrazione, col vicesindaco Federico Manzoni e l’assessore Marco Fenaroli in testa. Tanti i volti noti della politica e della società attiva bresciana, ma soprattutto sono i liberi cittadini a scendere in piazza.
Il segretario della Cgil Francesco Bertoli legge invece una lettera inviata dal centro culturale islamico di Brescia: «Bisogna decidere di essere costruttori e costruttrici di pace – si legge – decidere che bisogna impegnarsi e poi decidere di mantenerla, che sicuramente è la cosa più difficile. Siamo per la pace vera, che non veda più nelle persone civili la distruzione dei loro sogni e delle speranze». Quella di oggi è stata solo la prova generale della più strutturata marcia per la pace in programma domani, sabato. Non una manifestazione in antitesi, ma la naturale ramificazione.
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A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
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