Guardie ecologiche e intimidazioni: 30 volontari dicono basta

Tra denunce alla Procura e procedimenti disciplinari, Gev e Provincia di Brescia arrivano ai ferri corti
Parte delle Gev che hanno dichiarato  la loro astensione - © www.giornaledibrescia.it
Parte delle Gev che hanno dichiarato la loro astensione - © www.giornaledibrescia.it
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Una protesta a favore di un’istituzione che funziona e che ha come interesse la tutela dell’ambiente e il rispetto delle regole sulla gestione dei rifiuti, nelle attività che possono creare problemi di inquinamento o di compromissione della salute. Le Guardie Ecologiche Volontarie (Gev) non ci stanno ad essere «depotenziate, destrutturate e messe in condizioni di non poter svolgere la funzione di controllo a servizio dell’istituzione» denunciano.

Per questo una trentina di volontari su sessanta, a cui la Regione dà la qualifica di pubblici ufficiali e poteri di polizia amministrativa, si asterranno dal servizio per protestare contro la gestione della Provincia «giunta ad atteggiamenti intimidatori da noi denunciati, con ricadute che hanno dequalificato la nostra attività impedendoci di operare con serenità».

Le ragioni del dissenso sono nei confronti della Provincia: «Nell’aprile 2017 la Procura ci affidava una delega sulle indagini sugli sversamenti; oggi ci troviamo a dover agire solo come "spie" al servizio dell’ente» è stato rimarcato ieri alla conferenza stampa delle Gev. «Ci viene tolta anche l’autonomia operativa nonostante per essere Gev si facciano corsi ed esami. Abbiamo segnalato che siamo stati messi in condizione di agire senza ordine di servizio; solo dopo l’insistenza alla Polizia Provinciale, sono stati firmati, retrodatandoli. L’ordine di servizio è il presupposto di legittimità dell’operato delle Gev: in assenza, gli atti di accertamento redatti sono nulli. Ora,per avere un ordine di servizio servono due settimane: i controlli quindi di fatto non si fanno».

Tra i problemi emerge poi che chi è stato indicato dal presidente della Provincia a coordinare le Gev è un dipendente dell’ente distaccato in Procura: dunque riceve ordini dal procuratore e non dal Broletto. «Diversamente si creerebbe un conflitto tra organi, con uno poi che deve controllare l’altro. Dovrebbe essere la Provincia con un atto di indirizzo del presidente a stabilire come impiegare le Gev. Ma il presidente non lo fa per non interferire con la Procura. La Polizia Provinciale quindi non ha avuto indicazioni mentre le Gev hanno un costo per l’ente, anche se non lavorano» è stato detto.

Ad accendere gli animi sono poi giunti provvedimenti di sospensione per alcune guardie. I nomi sono tra quelli che hanno firmato una denuncia contro il funzionario che coordina il servizio. «Anche se qualcuno vorrebbe coinvolta la politica, noi amministratori non entriamo nella vicenda - commenta Guido Galperti, vicepresidente della Provincia -: ai provvedimenti di sospensione è stato fatto ricorso e sulla materia deciderà il comandante della Polizia Provinciale nella sua autonomia. Auspico però che possa tornare presto un clima sereno tra tutti, anche per l’importanza del lavoro fatto dalle Gev a favore dell’ambiente». Non entra nella vicenda il presidente Samuele Alghisi, ma le nubi fosche che si addensano all’orizzonte non lasciano presagire davvero nulla di buono.

 

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