Grande festa per Battista, donatore dell'Avis per 338 volte
Alla prima donazione, il 3 luglio del ’77, era un giovane da poco affacciatosi all’età adulta. Oggi, che è invece giunto all’ultima, è un signore dai capelli canuti con molta più strada ed esperienza sulle spalle. Quel che non è cambiato da allora è la generosità che lo contraddistingue e che, alla vigilia del suo settantesimo compleanno, lo ha portato all’ennesimo gesto nei confronti del prossimo. Sabato, all’Avis provinciale, Pietro Savoldi (per tutti Battista) di Mazzano, da 28 anni presidente del gruppo di Molinetto, ha effettuato la sua ultima donazione di sangue, la 338esima, un numero record, raggiunto affiancato dalla moglie Marisa, dai figli Fabrizio, Simona e Federica, orgogliosissimi, e dai tanti amici avisini.
«Non so se merito un simile traguardo - commenta lui, persona schiva, del fare - devo ringraziare chi mi ha insegnato tanto, l’amicizia del gruppo di Molinetto, la stima dei dirigenti di Avis provinciale, la cordialità del personale e la professionalità di chi opera al centro raccolta: sono la molla che mi ha sempre spinto a continuare. E poi sono stato fortunato, ho sempre avuto la salute».
Da quella prima volta all’oratorio di Molinetto, Battista ha donato qualcosa come due quintali di sangue: «Ho iniziato a 24 anni - ricorda - spinto dagli amici, dal caro Narciso, e non ho più smesso. Ci sono stati periodi in cui ho effettuato anche due donazioni al mese: credo che pensare al prossimo sia la cosa migliore che si possa fare e il sangue serve sempre, per di più si è anche controllati. Certo, mai avrei immaginato di arrivare a tanto, ma penso di aver fatto qualcosa di buono per gli altri e per la mia comunità, insieme agli altri donatori».
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Oggi il gruppo Avis Molinetto conta 250 persone attive, con i giovani, in cui lui crede molto, in crescita: ai neodiciottenni di Mazzano porta biglietto d’auguri e quello per diventare avisini. Ma Battista è volontario anche di Avis provinciale, per cui cura spazi verdi ed esegue lavoretti e la sua generosità si riversa verso molte altre realtà territoriali. E anche se ora non potrà più rispondere alle chiamate del centro raccolta (nelle giornate di blocco del traffico, per esempio, andava al provinciale in bici), l’impegno non si esaurirà. «Peccato smettere, ma finché la salute me lo permetterà continuerò a dare una mano, a sensibilizzare i giovani, sperando che, sempre più persone, possano aderire ad Avis».
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