Gli specializzandi saranno assunti a fine gennaio
Può tirare un sospiro di sollievo Gaetano Manfredi. Il ministro dell'Università e della Ricerca aspettava da settimane la sentenza del Consiglio di Stato che lunedì ha sbloccato l'imbuto in cui era finito il concorso per le scuole di specializzazione di medicina.
Tre mesi esatti dal giorno dell'esame, che Manfredi ha trascorso bombardato dalle proteste dei giovani medici in attesa di essere assegnati e quindi di poter iniziare a lavorare in ospedale. È stata finalmente pubblicata la graduatoria definitiva dei vincitori di una delle 14.455 borse messe a disposizione quest'anno per le scuole di specialità (335 quelle dell'Università degli Studi di Brescia).
Con un'altra data sicura: i futuri specializzandi entreranno in servizio il 26 gennaio 2021, quindi non più il 30 dicembre come previsto all'inizio né tantomeno il 15 gennaio come era stato ventilato dal ministro in alcune interviste. Un sollievo per i quasi 24mila medici che dal 22 settembre, giorno del concorso, hanno vissuto una telenovela grottesca in attesa di scoprire cosa sarebbe stato di loro. Motivo per cui nel corso di dicembre a migliaia sono scesi nelle piazze di varie città per chiedere di poter iniziare a lavorare, in un momento in cui la loro presenza è molto richiesta per affrontare il coronavirus.
Il 12 dicembre anche i giovani medici di bresciani, in segno di protesta, si sono spogliati del loro camice bianco in piazza Paolo VI, sostenuti dal presidente dell'Ordine dei Medici di Brescia Ottavio Di Stefano. A chiudere infine l'affaire dei ricorsi piovuti in capo al ministero per via di una domanda errata nella prova di esame è stata la sentenza del Consiglio di Stato del 21 dicembre.«Siamo estremamente sollevati - commenta Silvia Cestaro, dottoressa bresciana fra le organizzatrici del flashmob -. La copertura dei media ha avuto un buon effetto. Speriamo ora di poter iniziare il prossimo anno al meglio». Rimane però aperta la questione dell’imbuto formativo, che quest’anno esclude altri 9.301 medici dalle scuole di specializzazione a fronte di una carenza di 10mila medici specialisti stimata per il 2023 dal sindacato Anaao-Assomed.
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