Gli operai Iveco: «Il giro del mondo per andare a lavorare»

La lettera dopo l'incidente che ha coinvolto due colleghi sulla strada per lo stabilimento di Suzzara
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Siamo un folto gruppo di lavoratori della Iveco CNHI di Suzzara che tutti i giorni fanno i pendolari partendo da Brescia per recarci presso lo stabilimento Mantovano (strada lungo cui due colleghi sono rimasti coinvolti in un incidente, ndr). Ogni giorno percorriamo una media di 240 km, ovvero mediamente 4.800 km al mese. Tolte le festività le ferie e quant’altro percorriamo mediamente ben 48.000 km all’anno. Per fare un paragone la circonferenza della Terra è di poco più di 44.000 km. Ogni anno facciamo il giro del mondo.

Noi siamo tutti ex lavoratori della Iveco CNHI di Brescia che hanno firmato sulle basi di un accordo siglato da tutte le organizzazioni sindacali e vertici CNHI il quale prevedeva il trasferimento, su base volontaria, del personale in esubero che allora superava le 800 unità, presso i siti produttivi di Suzzara e Piacenza. (...)

Chi sollevava il problema del trasporto veniva rassicurato spiegandogli che c’era un pullman pronto ad accoglierli, ma (...) un trasporto garantito nel tempo da Iveco non esisteva, perché il pullman che tuttora viaggia è un trasporto privato organizzato dai lavoratori e pagato dai medesimi. (...) Se malauguratamente il trasporto non riusciremo più a gestirlo, che fine faranno tutti coloro che hanno firmato e sono sprovvisti di patente di guida o di qualsiasi mezzo di trasporto?

Ora, con il senno di poi, se dovessimo tornare indietro nel tempo con la consapevolezza di come le cose sono state gestite, non so quanti di noi sarebbero disposti a firmare nuovamente e non veniamo considerati come padri e madri di famiglia. Quando parti alle 2,40 e ritorni alle 15,30 o quando parti alle 10,45 e ritorni alle 23,30 in casa e non trovi nessuno sveglio e l’unica consolazione è vedere per 10 minuti i tuoi figli nel letto mentre dormono! Allora basta con i discorsi come quelli della fabbrica 4.0, dove il capitale più importante per l’impresa è il dipendente.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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