Gli occhi del lupo e lo sguardo d'intesa
Tutt’attorno il buio, in primo piano un tavolo e due panche. Poi, sotto l’occhio vigile delle fototrappole, spuntano due lupi. È successo la scorsa settimana a malga Campello, sulle piste del Tonale. Una cattura incruenta, avvenuta nottetempo, che conferma quello che da qualche anno gli studiosi vanno dicendo, cioè che il lupo sta tornando sulle Alpi, anche nelle nostre valli.
Un ritorno che, al di là di quello che colgono i teleobiettivi, non può passare inosservato né lasciare indifferenti. Perché quei quattro puntini luminosi fissati nei fermo immagine non sono occhi qualsiasi: complice la tecnologia ad infrarossi ti fissano, quasi ti scrutano dentro, sguardo penetrante che rimanda per un verso a paure ancestrali e per un altro, all’opposto, a visioni più rassicuranti. Perché alle spalle abbiamo una storia millenaria che ha visto i grandi carnivori nemici dell’uomo, dipinti addirittura come concentrato e simbolo di malvagità, da cacciare ed abbattere.
Così il lupo era scomparso dai nostri monti, fisicamente eliminato. Ma qualcosa sta cambiando, lo spopolamento della montagna e il diffondersi di una cultura di rispetto dell’ambiente hanno modificato le prospettive di molti. Così quegli occhi catturati al Tonale sembrano essere l’abbozzo di uno sguardo d’intesa.
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