Gli inquilini non se ne vanno, il Comune di Brescia paga parte dell’affitto

Al centro della vicenda una villetta in via Gazzoletti alla Pendolina di proprietà di due 90enni che non ricevono il canone dal 2022
Un momento della trattativa - © www.giornaledibrescia.it
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Si è chiusa con un accordo per una proroga di altri tre mesi, fino alla fine dell’anno, l’ennesimo caso di tensione attorno ad uno sfratto in città. Da una parte i proprietari, una coppia di 90enni con i figli e i nipoti che, legittimamente, chiedevano di tornare in possesso del bilocale al pian terreno della loro villetta alla Pendolina e per cui da 15 mesi non ricevono il pagamento dell’affitto. Dall’altra una coppia di 50enni, che, sostenuti dagli attivisti di Diritti per tutti, dichiaravano di non potersene andare fino a quando non sarebbe stato assegnato loro l’alloggio popolare per cui sono già stati ritenuti idonei e inseriti in graduatoria.

La situazione attorno all’abitazione sembrava in stallo, con le parti arroccate sulle proprie posizioni. La mediazione della Digos e dei funzionari del Comune, insieme agli avvocati delle parti, ha permesso di trovare una soluzione, almeno per ora, anche se i proprietari dell’immobile non sono particolarmente fiduciosi: «Di promesse - dicono - ne abbiamo già ricevute e accolte tante, ma non sono state mantenute».

L’appartamento

 Al centro della vicenda una villetta in via Gazzoletti alla Pendolina, al confine tra i Comuni di Brescia e Collebeato. Gli anziani proprietari avevano affittato il bilocale sotto l’appartamento in cui vivono ma dall’aprile del 2022 non ricevono l’affitto. «Una cifra davvero onesta, 350 euro al mese che poi abbiamo abbassato a 300 quando ci hanno detto di essere in difficoltà» spiegano i figli. Nel frattempo una delle nipoti dei proprietari, 30enne, è uscita di casa, muove i primi passi nel mondo del lavoro e vorrebbe abitare nell’appartamento sotto casa dei nonni. «Ma da oltre un anno non possiamo, non siamo in condizione di disporre dei nostri beni per la prepotenza di questi signori, siamo costretti ad aiutarla noi per un’altra abitazione in cui paga 500 euro».

Pochi minuti prima di mezzogiorno, quando una trentina di attivisti di Diritti per tutti presidiavano il giardino dell’abitazione, sono arrivati gli agenti della Digos oltre all’ufficiale giudiziario scortato dalla Polizia.

Il lavoro di mediazione ha funzionato. Dall’ufficio casa del Comune di Brescia è infatti arrivata la rassicurazione che la famiglia che occupa l’appartamento entro la fine dell’anno avrebbe avuto assegnato un alloggio popolare e che, per compensare l’ulteriore pazienza dei proprietari, l’ente pubblico pagherà quattro mensilità di affitto. Appuntamento al 28 dicembre quando, polizia e ufficiale giudiziario, verificheranno se le parti hanno mantenuto gli impegni. Almeno per questa volta è stato evitato l’uso della forza. 

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