Gli imprenditori ai pm: «Insieme contro la mafia nelle aziende»

Nella trasmissione «Messi a fuoco» le associazioni di categoria rispondono dopo l’allarme della Dia di Brescia
MAFIA E IMPRENDITORIA
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Una freccia dritta al cuore dell’imprenditoria bresciana. Che ora è pronta a difendersi, a mettersi in gioco, a fare rete con le istituzioni. Le dichiarazioni del magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Brescia Paolo Savio, nella scorsa puntata di Messi a fuoco su Teletutto, hanno lanciato un allarme sul rischio di un legame tra parte delle imprese nostrane e le mafie, ’ndrangheta in primis. E le organizzazioni di categoria non sono rimaste in silenzio.

«Siamo rimasti indignati, sorpresi e al contempo spaventati» ha spiegato Alberta Marniga, componente del consiglio direttivo dell’Associazione industriale bresciana con delega alla Legalità, durante la puntata di ieri sera della trasmissione condotta da Andrea Cittadini. «Siamo impegnati per creare consapevolezza nei nostri associati e inviteremo il pm Savio a parlare di questi argomenti. Credo però che la maggior parte delle imprese bresciane siano sane e altresì voglio dire che esiste un fronte comune dell’imprenditoria su questo tema».

Parole più nette sono invece arrivate dal presidente di Apindustria Brescia Douglas Sivieri quando ha definito «sopra le righe» le affermazioni di Savio sulla media imprenditoria «che va a braccetto» con la criminalità organizzata. «Vorrei vedere i dati che spiegano quale sia il livello di infiltrazione del bresciano perché generalizzare non fa bene - ha aggiunto Sivieri durante la puntata (è intervenuta anche Roberta Sisti, sindaco di Torbole Casaglia, Comune nel quale sono presenti 35 immobili sequestrati alla mafia) -. Qui c’è un’etica del lavoro che lascia poco spazio alle ingerenze mafiose. Lungi però da me l’idea di mettere in dubbio quanto detto dal magistrato».

Nessuno dei presenti ha infatti negato che la presenza della mafia sia reale «ed è possibile che fra le 124 mila imprese della provincia ci sia qualche mela bacata» ha evidenziato il presidente dell’Associazione artigiani di Brescia Bortolo Agliardi. «Se devo però pensare - ha aggiunto - che le infiltrazioni siano così frequenti, dico di no». Agliardi, ai vertici della Camera di commercio, ha inoltre ripreso l’invito già avanzato da Marniga, aprendo le porte dell’istituzione alla magistratura «affinché ci istruisca, ci informi su quanto sta succedendo».

Perché, stando a quanto affermato dal consigliere regionale e membro della commissione Antimafia del Pirellone Viviana Beccalossi, «forse non siamo ancora preparati. Gli imprenditori non si devono però offendere per queste parole ma adottare un metodo di confronto, per creare gli anticorpi necessari e pure la politica deve accettare il confronto». E anche dal Pirellone è arrivato l’invito al pm antimafia.

 

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