Gli alberi di Nagasaki, speranza e ricordo
6 agosto 1945: alle 8.15 del mattino sulla città di Hiroshima, in Giappone, viene sganciata la prima bomba atomica. Tre giorni dopo la stessa sorte tocca a Nagasaki. Oltre 100mila le vittime del duplice attacco. E tutte civili. Ma le conseguenze delle radiazioni non si fermarono lì, ma continuarono a seminare morte anche a distanza di anni.
Per non dimenticare quella tragedia, anche quando gli ultimi sopravvissuti ci avranno lasciato, i semi di due alberi che hanno resistito all’atomica sono stati fatti germogliare e due giovani piante di aoghiri e di kaki da 10 anni ormai adornano anche il cortile del museo di Santa Giulia, dove ieri, come il 6 agosto di ogni anno, Comune di Brescia, Brescia Musei, il Movimento Nonviolento ed una serie di associazioni si ritrovano per commemorare le vittime e per diffondere un messaggio di pace e speranza.
Sono 43 le piante figlie del kaki di Nagasaki distribuite solo nella nostra provincia. Le ultime due sono state piantate a Rodengo e Paderno, la prossima affonderà le sue radici nei terreni di Azzano Mella.
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