Gli 8 personaggi bresciani che hanno lasciato il segno nel 2023

Dalla politica, all’arte, allo sport fino alla scienza una selezione di donne e uomini che si sono distinti nel corso dell'anno
Brescia vista dal Castello - © www.giornaledibrescia.it
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Quali sono stati i protagonisti bresciani (o di Brescia) nell’anno che si chiude? Quali volti ci vengono in mente se ripercorriamo i dodici mesi del 2023? Molti, moltissimi, impossibile elencarli tutti. Ma siccome gli ultimi giorni di dicembre sono tradizionalmente tempo di bilanci, ecco allora che abbiamo provato a fare una sintesi e scegliere otto personalità.

Ovviamente una scelta arbitraria e parziale che non vuole (appunto) essere esaustiva. Eccoli allora i nomi che abbiamo scelto nei vari ambiti.

Laura Castelletti 

di Carlo Muzzi

Laura Castelletti è stata eletta sindaca di Brescia - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Laura Castelletti è stata eletta sindaca di Brescia - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it

La vittoria di Laura Castelletti alle elezioni comunali di Brescia del 14 e 15 maggio è stato sicuramente uno degli eventi politici più significativi per la nostra provincia. La sua eco ha avuto indubbiamente riverberi a livello nazionale.

Per Castelletti, prima sindaca nella storia di Brescia, la vittoria ha assunto una valenza ancora maggiore perché poggia su due aspetti di grande valenza che la fanno automaticamente diventare il personaggio politico bresciano dell’anno che si sta chiudendo. Innanzitutto sul fronte locale, Castelletti ha saputo coagulare attorno a sé una coalizione ampia, la stessa che negli anni ha sostenuto la Giunta Del Bono. E questo pur non essendo espressione di un partito, ma ottenendo l’appoggio del Pd, prima forza del centrosinistra in città.

Se si osserva il voto in una prospettiva più ampia, il centrodestra meloniano trionfante e forte di sondaggi convincenti e riconfermato alla guida della Lombardia, non è riuscito a prevalere a Brescia. Il tutto nonostante l’impegno profuso dai leader nazionali: al di là dei costanti passaggi di Salvini, la stessa premier Meloni ha presenziato la chiusura della campagna elettorale in una delle sue poche uscite pubbliche per le Amministrative. Non è bastato. La vittoria di Castelletti al primo turno è stata ampia con il 54,8% dei voti. Il capitale politico ottenuto è molto elevato, la vera sfida inizia adesso: Brescia è una città complessa.

Monsignor Pierantonio Tremolada

di Francesco Alberti

Il vescovo Pierantonio Tremolada - © www.giornaledibrescia.it
Il vescovo Pierantonio Tremolada - © www.giornaledibrescia.it

«Sono felice di essere qui, sono contento di rivedervi». Domenica 8 gennaio, dopo sette mesi segnati dalla malattia e dalla sofferenza, il vescovo Pierantonio Tremolada rientra in Diocesi. Il giorno dopo l’incontro pubblico in curia: «Avevo ben chiaro che l’esito del percorso che stavo per intraprendere era incerto, mi sono affidato al Signore, ed eccola la sua volontà: sono tornato».

A metà giugno 2022 l’annuncio e la partenza verso Lissone a casa dei familiari, il successivo 11 luglio il ricovero all’ospedale San Gerardo di Monza, il 20 luglio il trapianto di midollo. La convalescenza post intervento è trascorsa al meglio. A ottobre del 2022 il vescovo aveva ricevuto anche la telefonata di papa Francesco. «Come stai? Stai migliorando?» gli aveva chiesto con la naturalezza che lo caratterizza da sempre. E ancora: «Ti ricordo costantemente nella preghiera personale, ti invito all’ottimismo ed a guardare al futuro con speranza». A inizio 2023, appunto, il rientro a Brescia

«La strada si apre di nuovo davanti a me per servire senza chiedere, offrire senza pretendere. Ho ricevuto un’altra opportunità», così aveva detto durante la messa di ringraziamento in cattedrale. E il suo ringraziamento personale è andato costantemente ai medici e al personale sanitario che lo ha seguito. Il vescovo ha sempre mantenuto una straordinaria serenità, offrendo anche in questo caso una testimonianza di fede profonda. 

Claudio Castelli

di Pierpaolo Prati

Claudio Castelli - © www.giornaledibrescia.it
Claudio Castelli - © www.giornaledibrescia.it

Il 2023 è stato il suo ultimo anno a Brescia, l’ultimo di sette, l’ultimo da presidente della Corte d’appello. Lo scorso 8 novembre Claudio Castelli ha compiuto 70 anni e ha chiuso la sua esperienza con la magistratura. Ha lasciato la città nella quale era arrivato il 16 aprile del 2016. L’ha lasciata da più longevo presidente della storia del distretto dopo aver invertito la tendenza e portato la giustizia bresciana e quella del distretto fuori dalle sabbie mobili nelle quali si trovava quando aveva assunto la guida del palazzo di giustizia di via Lattanzio Gambara.

Quando arrivò erano 8.600 i fascicoli pendenti in Corte d’appello. Oggi sono poco più di 2000. È riuscito, insieme a colleghi e personale amministrativo, a smaltire il 54% delle pendenze dal 2019 a oggi. Ora per un processo penale d’appello ci vogliono 349 giorni. Grazie ai risultati che ha ottenuto sotto la sua guida quelli bresciani sono ai vertici delle graduatorie degli uffici giudiziari italiani quanto a miglioramento: Brescia è quarta per il penale e ottava per il civile.

Castelli ha aperto il palazzo alla città, ha avvicinato la giustizia ai cittadini. Ma non solo. Si è speso per risolvere, o cercare di farlo, mali cronici, a partire dal carcere. Ha riunito attorno ad un unico tavolo tutti i protagonisti, ha bussato a Roma perché l’alternativa a Canton Mombello non sia solo una promessa, ma diventi una realtà. Il 2023 è stato il suo anno. Anche per questo.

Lorenzo Mattotti

di Giovanna Capretti

Lorenzo Mattotti - Foto G. Gluecklich
Lorenzo Mattotti - Foto G. Gluecklich

Tra i tanti eventi e appuntamenti, la Capitale della Cultura ha portato a Brescia anche un inatteso regalo: il ritorno a pieno titolo nella città in cui è nato (casualmente, il papà militare era di stanza qui) quasi 70 anni fa di Lorenzo Mattotti.

L’illustratore e artista (sue le copertine di riviste illustri come The New Yorker, e i manifesti della Mostra del Cinema di Venezia, solo per citare alcune sue opere) è sempre rimasto legato a Brescia, tramite la Galleria dell’Incisione che lo rappresenta, ma quest’anno grazie alla mostra dedicata alla sua intera carriera aperta in Santa Giulia fino al 28 gennaio, si è fatto «cittadino» più che ad honorem della Capitale della Cultura. Lo si è incrociato spesso nelle sale in cui sono esposti i suoi pastelli e dipinti, e lo si potrà incontrare il 7 gennaio al Nuovo Eden per la proiezione del suo film «La famosa invasione degli orsi in Sicilia», l’8 all’Incisione e il 9 ancora al Nuovo Eden per una masterclass e un incontro pubblico.

Chissà se il suo carattere schivo è un lascito delle origini bresciane... di sicuro la creativtà che caratterizza la sua carriera poliedrica fa onore alla nostra città, che quanto a inventiva imprenditoriale non è da meno. Da Lorenzo Mattotti Brescia può imparare, come lascito dell’anno della Cultura, che l’arte e la fantasia possono andare d’accordo con il lavorare sodo, e che si può essere nati a Brescia e diventare cittadini del mondo, spalancando le porte alla bellezza.

Antonio Gozzi

di Roberto Ragazzi

Antonio Gozzi, presidente di Federacciai
Antonio Gozzi, presidente di Federacciai

Il nuovo laminatoio della Duferco travi e profilati di San Zeno Naviglio, costato la bellezza di 250 milioni di euro, non è solo il più grande investimento produttivo realizzato nel Bresciano negli ultimi anni. È un progetto innovativo che contribuirà a mantenere la siderurgia bresciana ai vertici in Europa sotto molteplici punti di vista: tecnologico, produttivo, ambientale. L’investimento è stato fortemente voluto dall’imprenditore Antonio Gozzi che è anche presidente di Federacciai.

Nato a Chiavari nel 1954, Gozzi ha profonde radici bresciane: la nonna, Margherita Ghidoni, nel 1920 aveva aperto due magazzini per il commercio di rottame proprio nel cuore di Brescia, al Carmine, prima di trasferirsi con il figlio Renato Mario (padre di Antonio) in Liguria. «Anche per queste mie radici mi sento bresciano» aveva dichiarato in una intervista. Il bresciano Gozzi, dopo le insistenze degli imprenditori dell’industria energivora (acciaio, carta, chimica, vetro) ha dato la sua disponibilità a impegnarsi per il dopo Bonomi alla guida di Confindustria. 

A gennaio si sapranno i nomi definitivi dei candidati per la corsa alla presidenza di Confindustria, quindi inizieranno le consultazioni dei «saggi» di viale dell’Astronomia. Gozzi si prepara alla battaglia: per portare l’industria «quella vera, manifatturiera, che investe nelle fabbriche e nei posti di lavoro» al vertice del sistema confindustriale italiano.

Germano Bonomi

di Stefano Martinelli

Il professore bresciano Germano Bonomi - © www.giornaledibrescia.it
Il professore bresciano Germano Bonomi - © www.giornaledibrescia.it

«Ce l’abbiamo fatta». In questa semplice frase è racchiuso tutto il valore della scoperta fatta al Cern di Ginevra e che porta anche la firma dello scienziato bresciano Germano Bonomi.

Il docente di Fisica sperimentale all’Università degli Studi di Brescia è infatti parte del team che a settembre ha permesso di osservare l’effetto della gravità sull’antimateria, sottoposta perciò anch’essa alle leggi fisiche. «Sebbene l’interazione gravitazionale sia stata oggetto di speculazioni sin dalla teorizzazione dell’antimateria nel 1928 - afferma il professore valsabbino -, è la prima volta in assoluto che un esperimento mostra gli effetti della gravità su atomi di anti-idrogeno».

La fondamentale scoperta, che apre scenari nuovi per la scienza, non è però arrivata di punto in bianco ma è frutto del lavoro di 70 persone che «esperimento dopo esperimento e dopo anni di tentativi (oltre 50 ndr)» sottolinea Bonomi, sono riuscite a giungere dove nessuno prima era arrivato. Perché l’antimateria, particella con le caratteristiche della materia ma di carica opposta, è poca in natura e quindi difficile da osservare. In quel «ce l’abbiamo fatta», condiviso anche dalla dottoranda all’UniBs Marta Urioni, c’è perciò un grido di gioia, di soddisfazione e insieme la testimonianza della volontà dell’uomo di non fermarsi mai davanti alle sfide.

Marcell Jacobs

di Gianluca Magro

Marcell Jacobs - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it
Marcell Jacobs - Foto Epa © www.giornaledibrescia.it

Nel bene e nel male il 2023 sportivo è stato segnato da Marcell Jacobs. Da lui ci si attendeva di più? Sì, senza dubbio. Da lui è passata una bella fetta dell’argento mondiale nella staffetta 4x100 a Budapest? Sì, senza dubbio, con il supporto non indifferente anche di un altro bresciano, Roberto Rigali, per il quale il 2023 rappresenta invece l’anno della svolta.

Quello che si lascia alle spalle il velocista desenzanese è invece un anno strano, in cui a livello indoor (era marzo, l’attesa per rivederlo in azione spasmodica) ha visto sfrecciare davanti a lui sui 60 metri agli Europei un’altra freccia azzurra, Samuele Ceccarelli. Sui 100 la miglior prestazione arriva al Meeting di Zagabria, ma Jacobs non riesce mai a stare sotto i 10’’, tempo necessario per staccare il pass per Parigi, dove in estate arriverà (giusto ricordarlo) come l’uomo da battere, essendo non solo bi-campione olimpico, ma soprattutto «l’uomo più veloce del mondo» avendo dominato a Tokyo sui 100 metri.

Proprio sui 100 è arrivata la delusione mondiale, con l’esclusione dalla finale, mitigata dall’argento in staffetta in cui Jacobs ha fatto il... Jacobs. A settembre poi il divorzio dallo storico allenatore Paolo Camossi, la decisione di affidarsi a al guru della velocità Rana Reider, la scelta di abbandonare Roma per trasferirsi negli Usa. Eccolo, il nuovo inizio.

Mr.Rain

di Daniele Ardenghi

Mr. Rain sul palco dell'Ariston  - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Mr. Rain sul palco dell'Ariston - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Il Festival di Sanremo può distruggere o lanciare carriere. Il caso di Mr.Rain è chiaramente il secondo. Artista già apprezzato e affermato - ma di certo non del tutto mainstream -, il trentaduenne cantante e produttore bresciano ha moltiplicato la propria notorietà grazie all’Ariston, sfruttando al meglio un’occasione - la partecipazione al Festival, appunto - che cercava da anni. 

La sua «Supereroi» ha fatto breccia, è cresciuta di serata in serata e di ascolto in ascolto. Lo ha portato fino al terzo posto. Ma il brano, che vive di una vita propria anche dopo la manifestazione, gli ha regalato ulteriori soddisfazioni. Meritate, per preparazione musicale, cura, dedizione al lavoro, e pure sensibilità. Tra gli highlights dopo Sanremo, ad esempio, il live dell’artista al secolo Mattia Balardi - cresciuto tra il Garda e la Bassa - al Forum di Assago.

Mr.Rain tornerà in Riviera anche il prossimo febbraio. Proverà a ricreare la magia di «Supereroi» con il brano «Due altalene». I bresciani che vorranno augurargli in bocca al lupo potranno farlo dal vivo domani sera. Il cantante è infatti protagonista del concerto in piazza Loggia, organizzato in collaborazione con Radio Bresciasette (appuntamento alle 21.30). Il musicista che scrive testi «solo quando piove», di qui il nome d’arte, chiude un 2023 da sogno, e punta dritto verso un nuovo anno che potrà essere ricco di altrettante soddisfazioni.

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