Giustizia riparativa, la ministra Cartabia a Brescia: la diretta
Primo incontro oggi del ciclo «Giustizia riparativa. Riprendere le relazioni» con la ministra Marta Cartabia. Intervengono i docenti Claudia Mazzucato, professoressa associata di Diritto Penale all'università Cattolica e Adolfo Ceretti, ordinario di Criminologia e Docente di Mediazione Reo-Vittima all'Università di Milano-Bicocca.
Al termine dell'incontro, alle 17.30 circa, la Cartabia insieme con le autorità cittadine, si recherà in piazza della Loggia per rendere omaggio ai caduti della strage.
Secondo la ministra Cartabia «la giustizia riparativa può diventare un nuovo pilastro della giustizia in modo complementare rispetto alla giustizia penale, un elemento trasversale in grado di entrare in qualunque meandro della giustizia penale».
Un lavoro, quello legato alla giustizia riparativa che ha dei tempi lunghi, soprattutto perché, nella visione della ministra, presuppone una nuova prospettiva anche culturale. «È attraverso la formazione che le esperienze condotte da persone coinvolte nel processo della giustizia riparativa possono contagiare tutto il tessuto sociale. Bisogna far conoscere i dati e le statistiche dei risultati della giustizia riparativa. Dati spesso controintuitivi, che vanno raccolti e fatti conoscere, come vanno fatte conoscere le storie e le esperienze, dalle quali emerge che ciò che nella nostra logica è diviso e contrapposto, nella esperienza è unito» ha dichiarato recentemente la Cartabia. In riferimento alla riforma della giustizia, da alcuni mesi in discussione dentro e fuori dal Parlamento, il ministro afferma che «tutte le proposte che sono state fatte sul terreno della riforma della giustizia, sono state oggetto di divisioni, polemiche e critiche. La giustizia riparativa non ha incontrato resistenze fino a oggi e possiamo leggere questo dato in vari modi. Io non sono particolarmente ottimista su eventuali momenti di tensione che potrebbero verificarsi quando andremo a chiedere le risorse per l'attuazione, ma siamo in una fase in cui non si è incancrenito il dibattito, come avvenuto per altro. È il momento giusto per intervenire perché scevro da pregiudizi».Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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