Giù le mani da Greta Thunberg

Esaltare l’attivista sedicenne, il cui messaggio positivo, rischia di essere cinico e autoassolutorio
Greta Thunberg © www.giornaledibrescia.it
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No, dai, il Nobel no. Greta Thunberg è candidata, bene, ma è ancora presto per dare il premio alla giovane svedese che ha dato il via al movimento globale sul clima. Non lo dico per lei, ma per noi. Evitiamo l’ipocrisia di esaltare il suo impegno quando per anni la Terra è andata verso la catastrofe climatica nel disinteresse di molti. Non trasformiamola nell’ennesima meteora di belle speranze, virale come un raffreddore che però poi passa.

Evitiamo i premi preventivi, già visti con Barack Obama e Aung San Suu Kyi. Piuttosto, facciamo nostra la richiesta pressante di invertire la rotta, informiamoci bene, molto bene, e lottiamo perché le politiche ambientali cambino assieme ai comportamenti di ciascuno. Non può essere una battaglia affidata ai giovani anche per questioni pratiche: nell’occidente che invecchia, sono una minoranza.

Esaltare l’attivista sedicenne, il cui messaggio positivo è peraltro una rarità in un periodo in cui dominano divisioni e odio, rischia di essere cinico e autoassolutorio. Giù le mani da Greta, dunque. Lo dico a chi la sostiene, ma anche a chi l’ha attaccata e con grande sfoggio di paternalismo ammuffito continua a farlo perché giovane, idealista e addirittura perché ha le treccine. Se volete chiudere gli occhi di fronte alla realtà, non chiedete agli altri di seguirvi. Ad andare avanti così si va a sbattere. È garantito.

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