Giovani e pandemia: la vita senza amici e abbracci è in ombra

Fortissima la «nostalgia» che i giovani denunciano per i rapporti tra «pari»: percentuali mai sotto la soglia del 90%
La risata come terapia: l’incontro giovanile ha una forte dimensione fisica
La risata come terapia: l’incontro giovanile ha una forte dimensione fisica
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È un coro unanime: durante la pandemia, ai giovani bresciani gli amici e il contatto fisico con gli altri sono la cosa che è mancata di più. Sono numeri da vero plebiscito quelli che emergono dal sondaggio Giovani e pandemia (condotto dal GdB con la Cooperativa Sinapsi e il Gruppo Foppa): gli amici sono mancati molto all’86% e abbastanza all’8% degli intervistati (solo il 6% dice che sono mancati «poco» o «nulla»); del contatto fisico (i sorrisi, le strette di mano, gli abbracci...) denuncia nostalgia «molto» all’80% e «abbastanza» al 10%. Numeri che lasciano pochi dubbi.

Il lockdown, l’alternarsi «colorato» delle limitazioni (che nel corso di oltre un anno hanno di volta in volta chiuso palestre, caffè, sale di lettura, piazze...), la sospensione delle lezioni in presenza alle superiori come all’università, il crescente ricorso delle aziende al lavoro a distanza hanno di fatto cancellato o ridotto al lumicino tutte le occasioni di incontro fisico tra le persone. Limitando le dinamiche di amicizia al telefono o alla rete, o poco più.

Se addirittura un altolocato e austero senatore romano come Cicerone sosteneva che «eliminare l’amicizia dalla vita è come eliminare il sole dal mondo», a maggior ragione la mancanza dell’incontro con «il pari» si proietta come un’ombra scura e insostenibile sul mondo giovanile. Con una lieve differenza di genere. Più colpite - seppur di poco - si dichiarano le femmine: l’amicizia è mancata molto all’88% fra loro (e abbastanza al 7%), nei maschi questo numero scendono rispettivamente all’84% (la risposta «abbastanza» si attesta al 9%).

Lievi le variazioni che si registrano su questo tema fra i differenti segmenti demoscopici presi in esame dal sondaggio. In particolare fra gli studenti delle superiori il «molto» raccoglie l’86% delle risposte (e l’«abbastanza» il 7%). Salendo d’età, ha sentito molto la mancanza degli amici l’88% degli intervistati universitari (e abbastanza il 9%). Le percentuali tornano a scendere lievemente se si tengono in considerazione le risposte dei lavoratori: il «molto» si attesta a quota 88% e l’«abbastanza» al 9%.

Davvero tanto - come dicevamo - è mancata anche la possibilità per i rapporti personali di passare attraverso la fisicità: il contatto, i sorrisi, gli abbracci... In sostanza, attraverso quei gesti e quei segni che decisamente caratterizzano la modalità giovane di relazionarsi. Anche in questo caso una sensibilità maggiore viene evidenziata dalle femmine («molto» all’85% e «abbastanza» al 7%) rispetto ai maschi («molto» al 73% e «abbastanza» al 14%). E anche in questo caso, seguendo il criterio dell’età, la curva del «molto»parte dall’80% per i ragazzi delle superiori, sale all’82% nelle interviste degli universitari e ridiscende a quota 79% nelle risposte dei lavoratori.

Nessuna differenza sensibile nasce invece dalla residenza dei giovani intervistati: tanto chi abita in città quanto chi ha casa in provincia ha sentito pesantemente la mancanza degli amici.

 

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