Giovani e pandemia: dagli adulti più dialogo e coinvolgimento

C’è un gap in particolare che è riemerso in modo prepotente in questi mesi: quello tra vecchie e nuove generazioni.
I giovani agli adulti: dateci più solidità
AA

La parola «gap» è diventata uno dei termini basilari del lessico pandemico. I divari generati o acuiti dall’emergenza sono moltissimi: quello tra generi, tra settori economici, tra singole regioni nella gestione della campagna vaccinale, tra i paesi ricchi e i paesi poveri. E via dicendo. C’è un gap in particolare che è riemerso in modo prepotente in questi mesi, e che il presidente del Consiglio Draghi vuole mettere al centro dell’agenda di governo: quello tra vecchie e nuove generazioni. Che devono ritrovare un dialogo, per riconsegnare ai giovani un Paese ricco di opportunità e non solo di problemi da risolvere.

  • Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
    Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
  • Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
    Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
  • Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
    Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
  • Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
    Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
  • Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
    Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
  • Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?
    Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?

Alla domanda aperta del sondaggio Giovani e pandemia «Cosa ti servirebbe dal mondo degli adulti oggi?» hanno risposto ben 1486 intervistati. E cosa si aspettano i giovani bresciani dai più grandi per il dopo-pandemia? Innanzitutto comprensione e vicinanza emotiva (39%). Rifiutano l’etichetta di choosy e bamboccioni, questi under 30, e chiedono invece dialogo ma anche un’attenzione reale ai loro problemi. Esigenza sentita in particolare dalle ragazze (50%, contro il 25% dei maschi) e dai liceali (46%), che hanno più volte manifestato il bisogno di essere ascoltati.

Poi chiedono azioni concrete e opportunità (32%): più posti di lavoro, investimenti su scuola e università, strategie a lungo termine in grado di creare un Paese davvero per giovani. Qui sono soprattutto universitari (48%) e lavoratori (46%) a dire la propria, ben consapevoli dell’impatto che la pandemia ha avuto sulla già fragile situazione dell’occupazione giovanile. Ma Millenial e Gen Z vogliono anche partecipare alla costruzione del loro futuro, e infatti un’altra aspettativa è quella di un maggiore coinvolgimento e una più ampia considerazione (25%) da parte degli adulti. Ai quali il 14% dei rispondenti chiede anche di cambiare i toni quando parlano di loro, domandando «più rispetto», «valorizzazione dei giovani», «maggiore fiducia» e «meno accuse».

Infine, l’11% vorrebbe trovare negli adulti guide responsabili ed efficaci: in tempi di grande incertezza, sembrano dire, servono modelli solidi, capaci di «responsabilità, onestà e affidabilità», ma anche dotati di una «maggiore apertura mentale». Gli under 30 cercano una bussola per orientarsi in questo scenario complesso: e dagli adulti si aspettano comprensione senza pregiudizi e cura dei problemi attuali: condizioni per costruire il futuro.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato