Giornate di Primavera del Fai, le foto dalla prima giornata: oggi si replica

Tante le persone attratte in città dalle aperture straordinarie dei luoghi di cultura del Bresciano
  • Le visite Fai al Monte di Pietà, ai pianoforti Passadori e alla casa di Severino
    Le visite Fai al Monte di Pietà, ai pianoforti Passadori e alla casa di Severino
  • Le visite Fai al Monte di Pietà, ai pianoforti Passadori e alla casa di Severino
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  • Le visite Fai al Monte di Pietà, ai pianoforti Passadori e alla casa di Severino
    Le visite Fai al Monte di Pietà, ai pianoforti Passadori e alla casa di Severino
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Buona la prima. Sabato dai grandi numeri e dal meteo favorevole quello di ieri che ha salutato l'avvio delle Giornate Fai di Primavera, il weekend all'insegna della scoperta di 26 siti della cultura, dell'arte e del sapere che in tutto il Bresciano spalancano le porte ai cittadini e ai turisti (qui l'elenco di tutti i palazzi, le chiese, i monumenti e gli impianti produttivi aperti con orari e dettagli). 

Vediamo di seguito come è andata la prima giornata, in città anche per prendere spunto per le visite di questa domenica.

Al Monte di Pietà Nuovo di fronte a Piazza Loggia, per esempio, chi passa farà caso a due file più o meno lunghe. Sono quelle dei tesserati Fai (Fondo Ambiente Italiano) e di chi invece s’è presentato senza prenotare (molti luoghi prevedono l’ingresso a seconda dell’arrivo). A un ritmo di circa 50 ingressi all’ora, i volontari contano di arrivare a 400 persone nel corso di oggi. Si tratta di uno dei numerosi luoghi cittadini che hanno accolto visitatori e visitatrici per la trentesima edizione delle Giornate Fai di Primavera, che hanno una doppia valenza. Fare conoscere i beni e fare conoscere il Fai, fondo istituito su modello del National Trust inglese, tra le istituzioni che maggiormente sanno valorizzare il proprio patrimonio. Ci si può anche tesserare, e la tessera dà la  possibilità di visitare i beni non solo italiani, ma pure di altre organizzazioni europee. 

Al Monte Nuovo di Pietà

Il Monte di Pietà Nuovo
Il Monte di Pietà Nuovo

Il Monte Nuovo di Pietà si trova, appunto, in Piazza Loggia. Oggi vi ha sede il Centro Teatrale Bresciano: costruito intorno al ‘500 su delibera del comune per supportare la povera gente, all’esterno presenta stilemi architettonici del precedente Monte Vecchio, con rivestimento in marmo Botticino. Ingloba nelle murature una serie di lapidi romane, a perenne memoria del passato glorioso di Brescia, e internamente vi sono bellissimi affreschi con un’iconografia unica, che richiama allegorie su carità, equità e soccorso, in linea con la funzione del luogo. 

Oltre al Monte di Pietà sono numerosi i luoghi affascinanti aperti al pubblico. Come per esempio la casa del filosofo Emanuele Severino, scomparso pochi anni fa, scrigno di libri e bellezza.

Nella casa di Severino

  • La casa di Emanuele Severino
    La casa di Emanuele Severino
  • La casa di Emanuele Severino
    La casa di Emanuele Severino
  • La casa di Emanuele Severino
    La casa di Emanuele Severino
  • La casa di Emanuele Severino
    La casa di Emanuele Severino

Anche alla casa del filosofo Emanuele Severino si registra un’ottima affluenza. Circa 300 persone hanno visitato nella giornata di sabato la casa studi in via Callegari, un bene «insolito», come l’ha definito il volontario che accompagna il pubblico. Vera e propria abitazione, la dimora storica di Severino ospita tutti i suoi scritti, libri e opere d’arte, diventando forziere del suo pensiero filosofico. Restaurata da poco, è diventata casa museo e luogo di riposo per chi si approccia alla filosofia (come per esempio studenti e dottorandi). 

Anna Severino, figlia del filosofo
Anna Severino, figlia del filosofo

Scendendo nell’ambiente privato e polveroso e risalendo nelle sale superiori, si passeggia tra circa 15mila libri (che stanno venendo catalogati per una consultazione pubblica). I più fortunati possono anche imbattersi nella professoressa Anna Severino, figlia del filosofo, che si aggira nelle stanze a lei care, accoglienti e ricchissime di letteratura e arte figurativa. «Mio padre era molto amico di Arturo Benedetto Michelangeli. Ho ritrovato una rosa che lui donò a mia madre dopo un concerto. C’è poi uno scaffale dedicato solo ai libri autografati, tra cui quelli di De Crescenzo, Eco, Cossiga, Citati… E ho ritrovato anche una dedica di De André», ha svelato sabato a chi era lì in quel momento.

I pianoforti Passadori

  • La visita ai pianoforti Passadori
    La visita ai pianoforti Passadori
  • La visita ai pianoforti Passadori
    La visita ai pianoforti Passadori
  • La visita ai pianoforti Passadori
    La visita ai pianoforti Passadori
  • La visita ai pianoforti Passadori
    La visita ai pianoforti Passadori

Altro gioiello cittadino: Passadori Pianoforti, tra gli orgogli bresciani. Già arrivando in Contrada Santa Chiara si intuiscono le prime note di piano, che accompagnano suppergiù tutta la visita di 45 minuti (più lunga rispetto alle altre: l’edificio è davvero grande e stratificato). La storia della famiglia Passadori è lunga e sfaccettata e volontari e volontarie hanno il compito di raccontarla unendo alle notizie storiche tutte le nozioni tecniche riguardanti il mondo dei pianoforti.

Dalle sale espositive si passa al laboratorio di restauro (per un solo pianoforte ci vogliono 7 mesi di lavoro) e alle stanze più antiche. Il pezzo più prezioso è il pianoforte virginale, portatile e senza sostegni, di fine Cinquecento. C’è anche un pianoforte che suona da solo (che costa 215mila euro), oltre all’esemplare gemello di quello utilizzato al Teatro Grande.

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