Giornata degli infermieri, i bresciani: «Il sistema va rivisto»

8.600 quelli operativi nella nostra provincia, che nella lotta al Covid chiedono di non essere chiamati eroi, ma trattati come professionisti
Il video degli infermieri bresciani
AA

«Noi auspichiamo nel futuro che questa sia l’occasione di ridisegnare davvero un servizio sociosanitario regionale all’altezza delle aspettative di tutti». Con il lento calare della pressione sugli ospedali è il momento di tirare le somme e fare qualche bilancio, più che mai doveroso in una Regione, la Lombardia, dove si contano oltre 15mila  morti ufficiali Covid-19 e 80mila contagiati.

Una richiesta che arriva da più parti e in particolare da chi queste settimane tragiche di lutti e dolore le ha vissute in prima linea, come i 440mila infermieri italiani (8600 quelli bresciani) che hanno visto cadere sul campo 39 di loro, morti dopo aver contratto il coronavirus in ospedale. Ma non siamo eroi, continuano a ripetere anche oggi che è la loro Giornata internazionale, solo professionisti che vorrebbero riconosciuto il loro lavoro.

«La nostra professione sempre si è presa cura dei pazienti prima, durante e dopo l’emergenza noi ci siamo sempre stati ci siamo e ci saremo - dice Stefania Pace, presidente dell’Ordine professioni infermieristiche di Brescia -. Auspichiamo qualche riconoscimento da parte dell’opinione pubblica e anche sul fronte economico. Siamo stati definiti eroi, ma noi non siamo eroi: siamo professionisti e vorremmo essere trattati come tali».

 

La Giornata internazionale dell’Infermiere 2020 non è quindi un momento di festa, ma di commemorazione per i colleghi che non ce l’hanno fatta e per i 12mila contagiati dal Covid-19, il 38% dei quali lombardi. Una giornata nella quale si ribadisce alla Regione la richiesta - che gli infermieri rivolgono da oltre un anno e mezzo - di inserire questa figura nel piano socio sanitario regionale

«Questa emergenza - ha detto ancora Stefania Pace - ha messo più in luce alcune difficoltà del nostro sistema sanitario. Io mi focalizzo su quello regionale: l’emergenza a livello territoriale ha fatto risaltare una carenza in particolare per i territori e le case nonostante il grandissimo lavoro dell’assistenza domiciliare integrata». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia