Giochi spinti con la nipotina: condannato nonno bresciano

Il caso è finito in un’aula di tribunale dove si è concluso il processo a carico dell’anziano
Il Palazzo di Giustizia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Ad inchiodarlo sono state le confessioni della nipotina. Racconti di giochi troppo spinti ai quali lui, il compagno della nonna, l’aveva obbligata a partecipare dieci anni fa. Quando lei di anni ne aveva soltanto otto.

Un segreto che la giovane vittima ha tenuto per sè per anni, prima di raccontarlo ad un’amica, ad un sacerdote e poi in Procura. E il caso è finito in un’aula di tribunale dove si è concluso il processo a carico dell’anziano, a tutt’oggi compagno della nonna materna della vittima: un 85enne bresciano condannato davanti alla Corte d’Assise a tre anni e sei mesi.

Sessanta giorni in più rispetto alle richieste del pubblico ministero Eliana Dolce che ha ritenuto la ragazzina credibile. Tre in particolare i fatti contestati all’anziano che si è sempre proclamato innocente e per il quale l’avvocato Alberto Longo del Foro di Milano aveva chiesto l’assoluzione sostenendo che la nipote dell’imputato avesse fornito una lettura della vicenda diversa dalla realtà.

Dai ricordi della 18enne di oggi, bambina all’epoca dei fatti, era emerso un gioco sul letto con il «mordicchiamento» - come è stato definito nel corso del processo - alle parti intime della bambina. E ancora un secondo gioco dell’anziano che, con la nipotina sulle gambe «ha provocato una stimolazione» è stato il racconto della 18enne in aula.

L’episodio più grave resta quello in cui l’anziano si sarebbe calato i pantaloni obbligando la nipotina al palpeggiamento. Per la Corte d’Assise sono prove delle avvenute molestie sessuali dell’85enne condannato a distanza di dieci anni.

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