Ginnastica ritmica e denunce di maltrattamenti, interviene il governo
La firma sull’esposto è quella della madre di due sorelle, giovanissime atlete di ginnastica ritmica. Che negli uffici della Squadra Mobile della Questura di Brescia ha denunciato i presunti maltrattamenti psicologici subiti dalle figlie da parte degli allenatori della palestra che frequentavano le minori. Fino a quando i genitori hanno deciso di ritirarle dall’attività sportiva. E ora sul caso interviene il governo: il ministro dello sport e dei giovani, Andrea Abodi, mercoledì 2 novembre al mattino incontrerà nella sede del ministero il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e quello della Federginnastica, Gherardo Tecchi.
La denuncia a Brescia
La madre delle ragazze bresciane non ha fatto nomi, ma ha acceso i riflettori sul disagio vissuto in palestra dalle ginnaste. La donna ha raccontato delle fissazioni per il peso che le ragazzine sarebbero state costrette a rispettare, dalla prova della bilancia in mutande e senza possibilità di sgarrare alle umiliazioni davanti ad esercizi svolti non in modo impeccabile.
L’esposto è stato poi trasmesso in Procura ed è sul tavolo del pubblico ministero Alessio Bernardi del dipartimento dei soggetti deboli. Con il procuratore capo Francesco Prete sta seguendo gli sviluppi e attendendo le relazioni della Squadra Mobile bresciana.
In silenzio
Al momento il riserbo da parte degli inquirenti è massimo. Si trincera dietro al silenzio anche la famiglia di una 15enne bresciana, stella emergente della ginnastica ritmica, tesserata per una società bresciana fino ai mesi scorsi quando aveva improvvisamente abbandonato l’attività sportiva e rotto i rapporti con l’allenatrice. «Per ora non possiamo dire nulla» ha detto la madre della 15enne parlando al telefono con l’Ansa. Come la giovanissima un’altra ginnasta della stessa società, ma di due anni più giovane, si era ritirata improvvisamente.
Il precedente
Il caso bresciano diventa pubblico a pochi giorni dalle denunce pubbliche di due ex Farfalle della Nazionale italiana. Attraverso il quotidiano Repubblica, Nina Corradini e Anna Basta hanno infatti raccontato umiliazioni, costrizioni e pressioni subite sopratutto in merito al mantenimento del peso. «Insulti se non dimagrivo per questo sono scappata dal calvario della ginnastica ritmica» ha raccontato. Entrambe hanno lasciato lo sport ed evidentemente con i loro sfoghi pubblici possono aver aperto la strada alle denunce di altre atlete di ginnastica ritmica.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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