Ginnastica e denunce di maltrattamenti, Vanessa Ferrari: «Non sono rimasta sorpresa»
Alla fine ha parlato anche lei: «Penso sia arrivato il momento di esprimere il mio pensiero sui recenti avvenimenti». Inizia così il post pubblicato poco fa su Instagram da Vanessa Ferrari, la campionessa bresciana che sceglie di affidare al suo profilo social un commento sulla vicenda dei maltrattamenti nella ginnastica ritmica per cui la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo.
La superstar della ginnastica artistica, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo 2020, racconta di non essere «rimasta affatto sorpresa» quando sono iniziate le prime denunce, perché anche lei conosce bene queste dinamiche. Lei che, scrive, ha «vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari». Parole che confermano il fenomeno di cui si sta discutendo da settimane dopo il racconto delle due ex Farfalle della Nazionale italiana Nina Corradini e Anna Basta a Repubblica. «Anzi - scrive Vanessa Ferrari nel post, definendo «orrori» quanto rivelato dalle atlete, tra le quali anche tre bresciane -, anni fa scrissi un libro nel quale parlai anche di alcuni di questi aspetti. All'alba dei 32 anni, di cui 25 passati nel mondo della ginnastica, voglio dire che ho vissuto tante esperienze positive ma anche tante negative».
Ferrari ripercorre tempi per lei duri, raccontando di aver sofferto di disturbi alimentari e incitando a chiunque ne soffra a chiedere aiuto. «A 19 anni mi mandarono in una clinica a Verona e grazie al supporto di esperti e dopo un paio di anni di percorso sono riuscita a guarire».
Sul caso di queste settimane, la farfalla bresciana racconta di essersi confrontata con colleghe e colleghi: «Spero che finalmente si possa intervenire definitivamente affinché la ginnastica, lo sport che amiamo, senza distinzione di sezioni o di livello, sia pulito. Crediamo a quello che è stato denunciato e siamo vicini a tutti voi, lo sport è fatto di sacrifici e di rinunce ma prima di tutto, prima di qualsiasi risultato, vengono le persone e la loro salute. Quindi faccio appello all'umanità delle persone perché penso che debba esserci un confine netto tra severità in ottica di disciplina e cattiveria».
Il messaggio pubblico si conclude con un invito a non demonizzare la ginnastica e a parlare degli abusi per fare la propria parte per proteggere quanto di buono c’è in quel mondo «magnifico benché complesso», di cui Ferrari resta indiscussa protagonista.
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