Giallo di Urago: così è morta Diva Borin

Nuovi elementi dall'autopsia sulla 86enne. Il mistero del telefono
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Uccisa a mani nude, strette al collo, ma non solo. L'autopsia sul corpo di Diva Borin, trovata senza vita sabato pomeriggio nella sua casa di via Ballini a Urago Mella, svela nuovi risvolti inquietanti sulla morte della 86enne. Al mistero sull'autore del delitto, si aggiunge quello relativo al cellulare della vittima, scomparso nel nulla e che risulta staccato da sabato scorso.

Gli inquirenti stanno tentando di ricostruire le ultime chiamate fatte e ricevute dalla donna, che era vedova da qualche anno e che dopo la morte del figlio in un incidente stradale aveva un solo nipote diretto, ascoltato a lungo dagli inquirenti. La donna era accudita da un badante tuttofare, che sabato, insospettito dalle tapparelle dell'abitazione rimaste abbassate, è entrato in casa scoprendo il cadavere.

Tutte le persone che hanno frequentato negli ultimi tempi la 86enne sono state ascoltate: oltre al nipote, la nuora e il badante, anche una nipote acquisita e un paio di badanti straniere che avevano in tempi diversi assistito in casa la donna.

Tutti i dettagli nell'edizione del Giornale di Brescia in edicola oggi, venerdì 8 febbraio, scaricabile anche in formato digitale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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