Giallo di Manuela: in cerca di indizi nella scatola nera
Dopo le celle telefoniche, gli impianti di videosorveglianza e i varchi per il controllo del traffico le indagini sulla sparizione di Manuela Bailo si concentrano ora sulla scatola nera di casa sua:la memoria sulla quale venivano registrate, minuto per minuto, metro per metro, tutte le scene della sua vita domestica.
Lo scorso giovedì, dopo le due ore passate nell’ufficio del sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi, Matteo Sandri l’ex fidanzato e coinquilino della 35enne sparita dalla circolazione 15 giorni fa ha consegnato ai carabinieri della compagnia di Gardone Valtrompia l’hard disk nel quale sono conservati i filmati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza che coprono tutto l’appartamento di via Fratelli Barcella a Nave e che hanno restituito le ultime immagini della giovane donna.
Dopo averla vista china sul telefono e intenta a preparare un borsone con gli indumenti apparentemente contati per un weekend, proprio grazie all’inusuale impianto domestico installato in casa Sandri Bailo, gli inquirenti contano di trovare qualche altra sequenza indicativa o, se non altro, in grado di dare ulteriore impulso all’inchiesta, al momento, apparentemente non ancora instradata sulla pista risolutiva.
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