Gavardo, il depuratore resta sulla riva destra del Chiese
Nessun risparmio economico. E tempi che rischiano di allungarsi per l’incognita espropri. Così il commissario-prefetto Attilio Visconti non ci ha pensato più di tanto. Appena ricevuta la «verifica» da parte di Acque Bresciane ha preso carta e penna e risposto subito. Due righe: «Nel ringraziare per la puntualità delle informazioni fornite, si conferma la scelta come da progetto già consegnato allo scrivente». Punto.
In sostanza il depuratore per il Garda ipotizzato a Gavardo resta sulla riva destra del Chiese, come previsto dall’attuale progetto. Lo spostamento sulla riva sinistra, che aveva allarmato i proprietari delle abitazioni che avrebbero dovuto essere abbattute, viene dunque archiviato.
L'ipotesi (sfumata) della riva sinistra
La vicenda era nata da alcune osservazioni fatte da Sovrintendenza e Provincia durante la conferenza dei servizi preliminare, chiusa lo scorso settembre. In sostanza la Sovrintendenza aveva chiesto di valutare la «possibilità» di collocare l’impianto sulla sponda sinistra, a nord del depuratore intercomunale di A2A, così da preservare l’area sulla riva destra. Una tutela ambientale e paesaggistica. Visconti ha ritenuto che quest’ipotesi meritasse un approfondimento e ha chiesto ad Acque Bresciane una «verifica tecnica ed economica». Verifica inviata venerdì mattina.
Cosa dice la verifica tecnica
Punto primo. Sulla sinistra gli spazi si restringono, 32.600 mq contro i 34mila della riva destra, a cui ne vanno aggiunti 19mila per opere di «inserimento ambientale e paesaggistico» che, a sinistra, dovrebbero essere «drasticamente ridimensionate». «La nuova ipotesi localizzativa - scrive inoltre l’ing Mauro Olivieri, direttore tecnico di Acque Bresciane - comporta una maggiore complessità tecnica e gestionale», in particolare per lo scarico nel Naviglio Grande (per il riutilizzo dei reflui depurati in agricoltura), visto che a quel punto bisognerebbe attraversare il Chiese.
Punto secondo. La «soluzione originale in sponda ovest non presenta vincoli di natura urbanistica» e le abitazioni sono distanti ben più di cento metri, come previsto dalla norma. Sulla sponda sinistra vi è invece un vincolo di inedificabilità legato alla presenza di abitazioni, che dovrebbero quindi essere espropriate e abbattute. «È indubbio, continua Olivieri, che l’espropriazione di un immobile possa comportare un iter potenzialmente lungo e complesso, soprattutto nel caso in cui non venga accettata l’indennità di esproprio e sia necessario procedere con il decreto d’esproprio e/o l’occupazione d’urgenza».
Punto terzo. I costi. Impossibile fare una «quantificazione puntuale», visto che al momento non esiste un progetto di fattibilità per la soluzione sulla sinistra orografica del Chiese. Acque Bresciane ritiene però che «i costi per la realizzazione dell’impianto possano essere analoghi». Sulla sponda sinistra si eviterebbe la realizzazione del ponte stradale sul Chiese (risparmiando 1,4 milioni di euro). Vi sarebbe però «un maggior aggravio di costi per la realizzazione dello scarico nel Naviglio Grande e per lo scarico nel Chiese e, presumibilmente, per le indennità ai proprietari degli immobili». Insomma, l’eventuale spostamento sulla sponda sinistra «non comporta sostanziali economie al quadro economico»
Il progetto
Visto che finora uno dei cardini dell’azione di Visconti è stata la velocità nelle scelte (criticata da comitati e sindaci del Chiese), il commissario ha subito preso atto delle difficoltà che potrebbero nascere dalla partita espropri e ha risposto immediatamente ad Acque Bresciane: «Si conferma la scelta come da progetto già consegnato».
Ora però questa decisione sarà con ogni probabilità ribadita al tavolo tecnico di consultazione dove siedono anche Regione, Provincia, Comuni e Ato. Poi, confermata la scelta, il prossimo passaggio sarà il conferimento dell’incarico ad Acque Bresciane per l’elaborazione del progetto definito del sistema di depurazione del Garda bresciano, con doppio depuratore, a Gavardo e Montichiari.
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