Fuggì dopo l’accoltellamento, indagata la compagna che lo nascose
L’indagine è chiusa e ci sono tre persone indagate. La prima, autore materiale dell’agguato, deve rispondere di tentato omicidio aggravato, porto abusivo di armi e furto aggravato. Le altre sono due donne, rispettivamente di 37 e 26 anni, accusate di aver, in modo diverso, favorito la sua latitanza, aiutandolo a nascondersi mentre le forze di polizia lo cercavano dappertutto. Il pubblico ministero Claudia Moregola ha notificato nelle scorse ore la chiusura indagini nei confronti del 32enne marocchino ritenuto responsabile della brutale aggressione ai danni di un suo connazionale avvenuta la mattina del 16 settembre scorso sulla scalinata che da via Folonari porta al piazzale del centro commerciale Freccia Rossa.
Secondo la Procura e la Squadra Mobile della Questura, che aveva seguito le indagini, il 32enne aveva agito, come spesso gli capitava, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Quella mattina si era introdotto nel supermercato del centro commerciale e aveva rubato due coltelli da cucina che aveva nascosto sotto la felpa per poi appostarsi nei pressi della scalinata. Quando il suo obiettivo si era avvicinato gli si era fatto addosso e lo aveva colpito al volto, alla schiena, alle braccia e alle mani con i due coltelli, «compiendo atti idonei diretti in modo non equivoco a provocarne la morte, non riuscendo per fatti indipendenti dalla sua volontà».
Era stato lo stesso ferito ad indicare ai primi agenti intervenuti chi lo avesse colpito prima di perdere i sensi. A questo punto, secondo la ricostruzione, entrano in scena le due donne: la compagna dell’aggressore, che ha 37 anni, avrebbe contattato una sua amica chiedendole di metterle a disposizione un appartamento di via Chinca e avrebbe poi portato nell’appartamento abiti di ricambio, cibo e bevande perchè potesse restare nascosto. Una fuga bloccata dall’arrivo della Polizia.
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