Fucilate con ferito a San Bartolomeo, cosa sappiamo fino ad ora
A San Bartolomeo la notte dopo quella dell'agguato misterioso è trascorsa fortunatamente senza nuovi colpi di scena. Quelli che di certo non sono mancati nel corso della giornata di mercoledì nel quartiere della zona nord cittadina.
L'agguato. Il risveglio per molti è coinciso con la scoperta di quanto era avvenuto all'angolo fra via del Gallo e via Pigafetta, là dove il 66enne Dario Cocchini è stato raggiunto da una delle due fucilate esplose dall'interno dell'abitacolo di una vecchia Mercedes quando erano circa le due di notte.
L'auto. E attorno alla vettura ruotano alcuni degli interrogativi degli inquirenti: l'auto, infatti, notata da un testimone e immortalata, targa compresa, dalle telecamere della videosorveglianza della zona, è risultata rubata la stessa sera dell'aggressione a mano armata ad una famiglia del Villaggio Violino. Con ogni probabilità - manca solo il sigillo formale dell'analisi della Scientifica - si tratta della stessa vettura la cui carcassa incenerita è stata rinvenuta da una Volante della Questura ieri nella zona Ovest della città. Per gli inquirenti si tratterebbe di resti «compatibili» con la vettura del 1994 sparita al Violino e la tempistica della sua distruzione e del conseguente ritrovamento qualcosa di fin troppo simile ad una coincidenza. E le coincidenze, si sa, in simili frangenti sono spesso qualcosa di più.
Un piano. Punti questi che lascerebbero pensare ad un piano premeditato e ad una esplicita volontà di mettere in atto quella che potrebbe avere i connotati di una vera e propria spedizione punitiva. Già, ma per cosa? Non è dato sapere se la vittima, che non è in gravi condizioni per fortuna, abbia riferito agli investigatori dei Carabinieri che lo hanno sentito nell'immediatezza dei fatti, elementi utili a rispondere a questo quesito.
Una lite. Quello che si sa è che ci sarebbe stato un litigio con alcune persone, risalente ad alcuni giorni fa, sul quale gli uomini dell'Arma starebbero facendo qualche approfondimento. Forse anche solo per non trascurare alcuna pista. Certo diverse delle persone sentite dagli inquirenti avrebbero dato conferma dell'episodio. Non isolato nella storia del 66enne, descritto come persona dal carattere difficile, ma mai sfociate in nulla di simile.
Il fucile. Altro tassello che manca nel complicato mosaico del giallo di «Sanba», come affettuosamente in molti chiamano il popoloso quartiere cittadino, è quello dell'arma: le testimonianze raccolte dai militari e le immagini della videosorveglianza concordano nell'indicare che a fare fuoco è stato un fucile. Non bastasse questo ci sono gli effetti del colpo andato a segno nella gamba di Cocchini, come pure del resto quelli del primo: una rosa analoga descritta da pallini da caccia si è impressa sulla vetrina della parafarmacia attigua alla forneria del fratello del ferito, fuori dal quale il 66enne si trovava anche in ragione del fatto che vi lavora. Del fucile però al momento non c'è traccia.
La scena. Tutta l'area a ridosso del punto in cui sono stati esplosi i colpi è stata ieri per ore passata alla lente dagli uomini della Scientifica del Comando provinciale dell'Arma. Non è escluso che anche da questa attività gli investigatori possano aver raccolto elementi utili alle indagini, alle quali di certo hanno fin dalla notte dell'agguato dato un contributo prezioso anche le riprese della videosorveglianza.
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