Frode fiscale: pacchetti «all inclusive» per evadere le tasse

Cuore del raggiro lo studio milanese di consulenza tributaria dove sarebbero state falsificate le contabilità societarie con fatture inesistenti.
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Quattro bresciani, tre bergamaschi e un parmense sono finiti in carcere nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brescia che ha scoperto una frode all’erario per quasi 1,4 miliardi di euro.

Sei soggetti bresciani e due bergamaschi sono invece stati colpiti dalla misura degli arresti domiciliari, mentre per altri quattro bresciani, due bergamaschi, un lodigiano e un varesino è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Altri 14 infine i bresciani coinvolti a vario titolo. Complessivamente, sono 176 le società bresciane toccate dall'inchiesta e 85 gli indagati. I bresciani coinvolti sono di Palazzolo, Orzinuovi, Castrezzato, Rovato e Chiari.

Cuore del raggiro era lo studio milanese di consulenza tributaria e del lavoro nel quale sarebbero state falsificate le contabilità societarie con fatture inesistenti. Sequestrati beni mobili ed immobili per oltre 180 milioni di euro.

«Indagini come questa hanno una valenza sociale perché viviamo in una realtà che chiede ai cittadini sacrifici e poi ci troviamo davanti a professionisti che tradendo il loro mandato agiscono contro gli interessi della collettività».

Lo ha affermato il procuratore di Brescia, Tommaso Buonanno, parlando dell’inchiesta che ha portato a 25 arresti e all’iscrizione nel registro degli indagati di 86 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, occultamento e distruzione di documenti contabili, truffa aggravata e bancarotta fraudolenta.

«Il cuore è lo studio milanese di professionisti che offrivano tutti i servizi per evadere le tasse» ha spiegato il comandante della Guardia di Finanza di Brescia col. Salvatore Russo. «Gli imprenditori edili cercavano volutamente questo studio perché sapevano che potevano pagare poco o addirittura nulla allo Stato». Sono 176 le società coinvolte e per la maggior parte esistenti solo sulla carta. In un caso l’indirizzo di una società coincideva con la sala comandi della Stazione ferroviaria di Rovato.

L’indagine della Procura di Brescia si era concentrata su un soggetto, titolare dello studio milanese che permetteva ad imprenditori edili di evadere totalmente il fisco. L’uomo, deceduto durante le indagini, era tra le altre cose ministro del Governo di Antarcticland, paradiso fiscale nell’Antartide in uno Stato mai riconosciuto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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