Fridays for Future: anche a Brescia la marcia per l'ambiente
Hanno meno di vent'anni e in cima al corteo hanno messo cartelloni che esprimono ben chiare le loro priorità mentre Caparezza, De André, Salmo e Marracash rimbombano dalle casse mobili in piazzale Arnaldo: «Effetto serra è uguale a effetto guerra, meno smog e più swag, ragazze, ragazzi e non binary vogliono un mondo in cui vivere».
È la marcia dei Fridays for Future di Brescia, che stamattina tornano a migliaia, per la decima volta in tre anni, a ripercorrere il centro città fino a piazza Loggia per lo sciopero globale per il clima.
Chiedono giustizia climatica come forma di giustizia anche sociale, la dismissione dei combustibili fossili, ogni azione necessaria, in definitiva, per ricordarsi che non c'è un pianeta b.
Tra le fila dei manifestanti prende il microfono Giovanni Mori, portavoce di Fridays for Future di Brescia. «La crisi climatica è il peggior moltiplicatore di rischi per le guerre in tutto il mondo, la stessa guerra in Ucraina è finanziata delle nostre bollette. Oggi più che mai dobbiamo ribadire che è possibile tagliare il cordone con i combustibili fossili, possiamo produrre la nostra energia verde da domani, ma manca la volontà politica. Per questo oggi siamo qui a manifestare».
Insieme alle persone scese in piazza c'è anche l'attivista 23enne Sara Segantin, arrivata a Brescia dalla Val di Fiemme per documentare con la Rai per Geo&Geo la manifestazione locale «perché la vostra è una città simbolo, con un gruppo che si spende per denunciare la situazione che avete con l'inquinamento e con le armi».
A dare sostegno alla manifestazione anche Carmine Piccolo, il runner ambientalista che in tante occasioni si è esposto in prima persona contro l’inquinamento che affligge la provincia di Brescia e non. Dal 2014, anno in cui la moglie morì per leucemia, si prodiga, con l'inconfondibile maglia gialla, a difesa dell'ambiente. «La salute prima di tutto. Corri con me questa corsa, basta tumori, basta malattie. Cari giovani: sono con voi. Riprendetevi il vostro futuro. I soldi per le armi ci sono, per il clima e per il lavoro no» si legge sul cartello che porta in corteo.
Guidato dalla band Rusty Brass, il corteo si è mosso da piazzale Arnaldo alle 9.30. Alle 10.10 l'arrivo in piazza Vittoria, dove sulle scale della Posta i Rusty Brass hanno improvvisato un concerto per i manifestanti. La marcia è continuata fino in piazza Loggia, dove si è fermato brevemente ad assistere anche il sindaco di Brescia Emilio Del Bono. «Sono dieci volte in tre anni che scendiamo in piazza per il clima» dice Giovanni Mori ai microfoni sul palco di piazza Loggia dal quale ripercorre gli appuntamenti più importanti dei Fridays for Future di Brescia, dall'evento del marzo del 2019 che raccolse in piazza 15mila studenti a quello di settembre dello stesso anno in cui partecipò il climatologo premio Nobel Filippo Giorgi.
«Il mondo ci chiede di non guardare dall'altra parte - prosegue Mori -. La nostra generazione vedrà eventi estremi sette volte tanto quella dei nostri genitori. Vogliamo un futuro vivibile, in cui poter decidere cosa fare delle nostre vite. Da tre anni chiediamo di agire, ma nonostante il Comune di Brescia abbia firmato l'emergenza per il clima ci tocca vedere ancora i bus che si vogliono spacciare per green ma sono alimentati da combustibili fossibili. Noi vogliamo un mondo rinnovabile, pulito e normale. Ecco cosa chiediamo a chi non sta facendo niente per il nostro futuro».
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