Frank e Vanna, uccisi un anno fa: «Un vuoto enorme»
«Frank e Vanna vivono, in noi e nei nostri cuori». A ripeterlo è Marco Seramondi, le braccia conserte e la schiena appoggiata alla vetrina di quel negozio che l’11 agosto del 2015 ha conosciuto la brutalità della violenza cieca. A ricordarlo il quadro appeso dietro il bancone, che ritrae Giovanna e Francesco, da tutti conosciuto come Frank, titolare della storica pizzeria al taglio della Mandolossa. È passato un anno dal duplice omicidio, dalla mattina in cui entrambi furono freddati dai colpi di fucile di Mohammad Adnan e Sarbjit Singh.
I due sono stati condannati all’ergastolo: la sentenza di primo grado è arrivata un mese fa. Vent’anni all’indiano che procurò l’arma, 6 anni e 5 anni e 4 mesi ai due connazionali che la ricettarono.
Dal 30 marzo il locale di via Val Saviore, punto di riferimento per i nottambuli bresciani, ha ripreso a vivere. «L'eredità che i miei genitori hanno lasciato - dice Marco - è l'affetto dei bresciani che continuano a venire qui».
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