Fondi rigenerazione urbana solo al Sud, Anci al Governo: «Si cambi»

L’associazione dei sindaci: «Criteri da rivedere, si finanzino tutti i progetti con la nuova Finanziaria»
Nemmeno un euro è arrivato alla Lombardia dal fondo rigenerazione urbana - © www.giornaledibrescia.it
Nemmeno un euro è arrivato alla Lombardia dal fondo rigenerazione urbana - © www.giornaledibrescia.it
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Superare l’indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm), troppo vago e indefinito per restituire una graduatoria veritiera delle esigenze dei territori. E intanto finanziare con la prossima legge di stabilità tutti i progetti «ammissibili» presentati dai Comuni nei mesi scorsi.

Sono le due richieste messe nero su bianco che l’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, ha spedito ai ministri Giancarlo Giorgetti (Economia) e Matteo Piantedosi (Interno), oltre alla Ragioneria generale dello Stato, per «sanare» il caso dei contributi per la Rigenerazione urbana, andati tutti al sud. Nonostante le quasi 700 istanze spedite dalla Lombardia, neanche un euro è arrivato nella nostra regione.

All’asciutto quindi anche le circa cento richieste partite dal territorio bresciano. Un epilogo che ha generato delusione e rabbia in molti sindaci, fino alla provocazione del primo cittadino di Caino Cesrae Sambrici che ha inviato una mail al Viminale e al governatore Vincenzo De Luca per chiedere l’annessione alla Campania. «Così almeno avremo i soldi».

Il bando

Il 19 ottobre, quando è stato pubblicato il decreto di riparto delle risorse stanziate con la Legge di bilancio dello scorso anno per i Comuni con meno di 15mila abitanti (300 milioni di euro), erano subito partite le polemiche.

«Come presidente dell’Anci mi faccio portavoce dello sconcerto e delle proteste che provengono da Sindaci e Anci regionali di varie parti d’Italia dopo la pubblicazione della graduatoria relativa al bando sulla rigenerazione, volt alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale» aveva subito spiegato il presidente dell’Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari.

«La graduatoria dei Comuni che riceveranno le risorse è stata compilata utilizzando, tra gli altri criteri, un indice di vulnerabilità sociale che l’Anci ha già più volte segnalato come non rispondente alla realtà dei nostri territori. Questo ha causato l’esclusione dall’assegnazione delle risorse di intere regioni del Paese e di Comuni che hanno elaborato ottimi progetti di rigenerazione urbana creando disparità che sembrano incomprensibili anche all’interno degli stessi territori: questo noi lo consideriamo inaccettabile. Al nuovo governo e al parlamento – aveva concluso il presidente Anci – chiederemo di intervenire per sanare questo vulnus e per reperire ulteriori risorse in favore di progetti che meritano di essere realizzati».

Le richieste

Ora Decaro è passato dalle parole ai fatti. Il 7 novembre ha scritto a Giorgetti e Piantedosi. Nel mirino c’è sempre l’indice Ivsm il cui utilizzo «ha determinato un diffuso disagio tra i Comuni, per via dell’assegnazione delle risorse in misura esclusiva ad enti del Mezzogiorno, ben oltre qualsiasi quota di riserva». Da qui la duplice richiesta. Come prima cosa va superata «una misura indistinta e fortemente condizionata» da dati superati (il censimento 2011)

. Andrebbe invece individuato «un indice di deficitarietà strutturale e sociale più efficace ed espressivo delle diversità territoriali»: una «ripartizione delle risorse più equilibrata consentirebbe di affrontare in modo più efficace situazione diverse ma parimenti meritevoli». In attesa di modificare il criterio, per l’Anci è comunque «percorribile la strada di assicurare un finanziamento integrale, su base pluriennale (3-5 anni) di tutte le richieste ammissibili nella prossima legge di Bilancio, ferma restando la graduatoria già pubblicata» e mantenendo una quota (ad esempio il 40%) per il Sud.

«Si tratta di medie e piccole opere facilmente cantierabili - spiega Decaro - finanziate da una misura generale e generalista, la cui esigenza e stabilizzazione è fortemente voluta e auspicata dai sindaci».

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