Fondazione Casa di Dio, per gli anziani una rete di servizi
L’ha detto il sindaco Del Bono nel suo intervento di chiusura della presentazione del Bilancio sociale 2020 della Fondazione Casa di Dio: «Programmare investimenti per il futuro nei momenti più critici è difficilissimo: se non lo avessimo fatto, oggi saremmo tutti più fragili. Invece, questo ci ha permesso di ripartire».
Nel giardino interno della Fondazione con ingresso da via Moretto, la ripartenza nel tardo pomeriggio di ieri era palpabile, a partire da quei bellissimi gerani alle finestre della «Casa Famiglia» in cui vivono dodici persone; o dalle finestre lassù, all’ultimo piano, dove nei mini-appartamenti sono ospitati quattordici anziani. La ripartenza è lì, negli occhi lucidi degli operatori che, in misura ridotta per il rispetto delle norme anti-Covid, hanno partecipato alla cerimonia. I musicisti. È lì, nelle note e nella voce dei giovani docenti della scuola di musica parrocchiale Casazza - Andrea Butturini, Valeria Della Valle, Barbara Garzoni e Giacomo Piazza - che hanno fatto da colonna sonora all’evento, aprendo con «Ricostruire» di Niccolò Fabi, per poi continuare con «La cura» di Franco Battiato, proseguire con «Il cielo in una stanza» di Gino Paoli e chiudere con «Il cielo d’Irlanda» di Fiorella Mannoia.
Non è un caso se citiamo i pezzi che i musicisti hanno regalato durante la presentazione del Bilancio e la scopertura della targa dedicata agli enti benefattori di cui diamo conto al piede della pagina. Attraverso la scelta di questi titoli, si ripercorre lo smarrimento, il dolore e la fatica di diciannove mesi di pandemia, ma anche il riscatto per aver saputo, nella grande difficoltà, «non perdere le cose preziose che il denaro non sa comprare» come ha ricordato Stefania Mosconi, direttrice generale della Fondazione.
Mosconi ha regalato ai presenti un intervento ad altissimo impatto emotivo, condividendo lo stato d’animo di tutti i diciassette profili professionali presenti in Fondazione. Impossibile rimanere insensibili al racconto di quando, in piena pandemia «supplicavamo al telefono il 112 affinché mandassero un’ambulanza a prendere una nostra anziana ospite. Aveva novant’anni, è vero, ma meritava di essere curata, una persona lucidissima».
Dei sette paragrafi della sintesi del bilancio, al primo posto si trova quello dedicato al personale: 433 dipendenti in servizio, 121 dei quali con contratto part time. In massima parte donne (86%) provenienti da Europa, Africa ed America. Nel periodo della pandemia 127 di loro hanno avuto la Covid-19. «Prima di parlare dei servizi, mi soffermo sulle risorse umane perché se non sono di qualità, è difficile anche erogare i servizi - ha detto la presidente Marchina -. Nel merito, puntiamo molto a completare la filiera, con l’assistenza domiciliare integrata erogata in centro e a nord della città e, a breve, anche nella zona ovest (info per i cittadini: 338-8697330), cui si aggiungono il Centro diurno integrato e le comunità alloggio».
Una filiera che si amplia «per rispondere ai bisogni differenziati degli anziani» in una fase storica in cui il virus è entrato pesantemente anche nelle nostre quattro Rsa, case in grado di ospitare 460 persone. «Il tasso di occupazione per i posti accreditati è passato dal 99,81% del 2019 all’86,94% del 2020 - ha aggiunto la presidente -. Anche le liste d’attesa sono diminuite. Erano 2.020 nel 2019 le persone che avevano indicato come prima opzione la Fondazione, scese a 1.104 nel 2020».
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