Finanziere scagionato: «Non ci fu corruzione»

Archiviata la posizione del maresciallo Paolo Greco che rimase 18 giorni in carcere
Il Palazzo di giustizia di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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«Insufficienti gli elementi di reità a suo carico». Traduzione: fine dell’incubo per il maresciallo della Guardia di Finanza Paolo Greco, la cui posizione è stata archiviata dal gip, che ha condiviso la richiesta del pubblico ministero Donato Greco.

L’esponente delle Fiamme gialle, difeso dall’avvocato Laura Saramondi, si era fatto 18 giorni di carcere nell’ambito di un’inchiesta su un presunto giro di mazzette che sarebbero state versate a uomini delle Fiamme Gialle da imprenditori locali per alleggerire i controlli fiscali e omettere irregolarità. Il maresciallo Paolo Greco, che si è sempre proclamato innocente, era stato arrestato a novembre di un anno fa con altri tre colleghi e con un funzionario dell’Agenzia delle Entrate e sospeso ovviamente dal Comando Generale della Finanza.

Già il tribunale del Riesame si era pronunciato sulla vicenda, annullando l’ordinanza di custodia cautelare e smontando di fatto la ricostruzione accusatoria secondo cui «i pubblici ufficiali erano stabilmente collegati al fine di ottenere, in capo al soggetto privato, indebiti vantaggi come conseguenza di comportamenti antidoverosi».

Ritrovata la libertà dopo tre settimane di carcere, Greco ha incassato l’archiviazione dell’inchiesta a suo carico e ottenuto il via libera al reintegro al lavoro già dopo la pronuncia del Riesame, si appresta ora a tornare ad indossare la divisa della Guardia di Finanza.

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