Festival della Pace, Castelletti su Zaki: «In quel momento le sue parole fuori luogo»

La sindaca, che due settimane fa ha di fatto revocato l'invito all'attivista egiziano, non esclude che possa venire in città per altre occasioni
Patrick Zaki, attivista egiziano per i diritti umani
Patrick Zaki, attivista egiziano per i diritti umani
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La sesta edizione del Festival della Pace, presentato questa mattina a palazzo Loggia, sarà dedicato oltre che alle donne anche ai diritti umani. Per questo l’ospite d’onore sarebbe dovuto essere Patrik Zaki, l’attivista e ricercatore egiziano a lungo incarcerato nel suo Paese e liberato qualche mese fa. 

Invito accettato da Zaki, ma poi di fatto revocato dalla sindaca di Brescia Laura Castelletti a seguito del post su Facebook in cui Zaki ha definito il premier israeliano Benjamin Nethanyhau un «serial killer» a poche ore dall’attentato terroristico rivendicato da Hamas il 7 ottobre.

Decisione difficile per l’Amministrazione al pari della scelta di esporre la bandiera della pace e non quella di Israele. Una scelta però, come risponde Castelletti a domanda posta, obbligata in quel momento: «Le dichiarazioni di Zaki in quel momento sono state fuori luogo – ha commentato la sindaca –. Non potevamo non sottolineare il nostro disaccordo con quanto scritto: siamo contro il terrorismo di Hamas e questo è un punto fermo per noi. Crediamo inoltre che la nostra decisione abbia permesso a Zaki di chiarire, in seguito con la stampa e tramite i suoi canali di comunicazione, quanto intendesse dire. Quindi Zaki non sarà al Festival, ma non escludiamo che possa venire nella nostra città nei prossimi mesi per altre occasioni».

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