Ferie non pagate a quattro dipendenti: condannata Brescia Trasporti

La società municipalizzata deve pagare le indennità giornaliere previste. I sindacati: «Ampliare la vertenza a tutto il resto del personale»
Autobus di Brescia Trasporti - Foto © www.giornaledibrescia.it
Autobus di Brescia Trasporti - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Una causa pilota, che ora punta i riflettori sulla vertenza che da mesi tiene banco in seno all’azienda Brescia Trasporti.

Lo scorso 6 aprile il giudice del lavoro del Tribunale di Brescia ha infatti condannato in primo grado la municipalizzata a pagare a 4 dipendenti le indennità giornaliere previste (e mai versate) secondo i rispettivi parametri e le rispettive anzianità di servizio, per ognuno dei giorni di ferie goduti dal primo gennaio del 2015, oltre ad interessi e rivalutazione dal dovuto al saldo effettivo. Per i sindacati, guidati da Faisa che ha proposto il ricorso al tribunale, la causa «apre un’autostrada per ampliare la vertenza a tutto il resto del personale».

E la «class action» potrebbe essere davvero massiccia, coinvolgendo potenzialmente circa 400 dipendenti tra conducenti dei mezzi di trasporti (320 circa), impiegati ed operai (un centinaio). Dopo la sentenza, solo pochi giorni fa si è tenuto in incontro tra Brescia Trasporti e i rappresentanti sindacali, ma l’accordo sul riconoscimento delle indennità arretrate nei giorni di ferie degli ultimi 8 anni è tutt’altro che vicino.

Le richieste

In quella sede la dirigenza ha chiesto di siglare un accordo «complessivo» che oltre ad adeguare il pregresso elimini o quantomeno riduca il gap sull’ottenimento delle indennità tra vecchi e nuovi assunti. Tradotto: l’azienda proporrebbe di «spalmare» il corrispettivo dovuto tra tutti i dipendenti senza distinzioni. Una proposta rispedita al mittente, «perché la tematica relativa alle ferie non può essere mischiata con altre tematiche relative alla produttività».

Due linee di pensiero opposte e parallele, insomma, che al momento non possono trovare un punto di congiunzione. Per questo motivo la discussione dovrà per forza di cose spostarsi in un’altra sede, neutra, e alla presenza di un arbitro. L’idea è quella di fissare un nuovo incontro nella sede di Confindustria Brescia, ma al momento non sono state aperte nuove linee di discussione. «Noi - promette però il segretario provinciale di Faisa Marco Cappa - siamo pronti ad una nuova vertenza con almeno altri 40 lavoratori». 

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