Femminicidio di Giulia Cecchettin, a Brescia il dolore e lo sdegno di 500 persone
«Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce», il coro di 500 persone si alza forte in piazza Loggia e racconta il dolore e lo sdegno per il femminicidio di Giulia Cecchettin, il 105esimo dall'inizio dell'anno, la 105esima volta che un uomo ha ucciso una donna.
Il corteo di Non una di meno ha coinvolto una folla triste e arrabbiata, che si è mossa intonando cori lungo via X Giornate ed è arrivato poi in corso Palestro unita e compatta. «Non c'è stata nessuna presa di responsabilità - grida Gabriella del movimento -. Nessuno condanna una società patriarcale che uccide ciclicamente e nessuno difende le donne. Siamo qui perché domani potrebbe succedere anche a noi: vogliamo urlare la nostra rabbia affinché questo non accada».
Un grande abbraccio che vuole arrivare ad Elena, sorella di Giulia, che coraggiosamente si è esposta in questi giorni con quella frase potente: «È stato il vostro bravo ragazzo». «Il nostro movimento nasce in opposizione alla cultura patriarcale - spiega Pamela Marelli di Non una di meno -. Servono percorsi di educazione a tutti i livelli per smantellare un problema enorme: per questo camminiamo arrabbiate nella nostra città».
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A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
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