Femminicidio di Castegnato, uccisa con almeno 16 martellate
Almeno sedici colpi: una sequenza terribile di martellate. Tanti ne ha inferti Ezio Galesi a Elena Casanova, nel tardo pomeriggio di mercoledì 20 ottobre in via Fiorita a Castegnato. È quanto emerge, almeno in via preliminare, dall'autopsia eseguita all'istituto di Medicina Legale dell'ospedale Civile di Brescia sul corpo della vittima.
La 49enne operaia dell'Iveco - ha rilevato il medico legale Daniela Ruffini - è morta per lo sfondamento della teca cranica e delle meningi. I medici legali, oltre ad aver confermato la brutale causa del decesso, sono chiamati a ricostruire quei dettagli che ancora mancano alla dinamica, ma che non sono destinati a modificare la sostanza del brutale femminicidio.
Sotto il profilo investigativo resta da chiarire se Ezio Galesi abbia premeditato l’agguato mortale. O se - come il 59enne ha detto al pubblico ministero nel corso dell’interrogatorio della stessa sera del delitto - le martellate ad Elena Casanova siano il frutto di quello che lui definisce un «raptus». Gli inquirenti, per dipanare la questione, si stanno interrogando sul martello che Galesi aveva in auto e che ha utilizzato per uccidere la ex.Nelle scorse ore, infatti, i carabinieri della Compagnia di Chiari hanno escluso che l’utensile fosse stato rubato all’Obi di Castegnato il mercoledì pomeriggio. Nel negozio l’uomo ci è andato, ma non ha prelevato nulla senza pagarlo. Sempre durante l’ interrogatorio l’uomo ha spiegato che quel martello faceva parte della cassetta di attrezzi che teneva con sé in auto e che usava per i lavori che gli venivano assegnati saltuariamente da amici e conoscenti.
Un altro aspetto su cui gli inquirenti si stanno concentrando sono le comunicazioni tra i due: i telefoni sono sotto sequestro e saranno analizzati nelle prossime ore per capire se ci fossero state minacce. Sotto la lente di chi indaga c’è anche l’episodio del taglio delle gomme dell’auto di Elena Casanova, così come le scritte comparse sui muri vicino a casa sua.
Per avere il quadro decisamente più chiaro in queste ore, in Procura, sfileranno diversi testimoni, persone che conoscevano la vittima.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato