Federfarma: «Vaccini in ritardo, ordinabili solo dal 26 ottobre»
La raccomandazione è quella di vaccinarsi. Evitare confusione tra covid e influenza comune è utile mentre la pandemia minaccia di scatenare una seconda ondata. Il problema però è che i vaccini non ci sono. A lanciare l’allarme è stata la fondazione Gimbe: vaccino disponibile solo per un cittadino su tre.
A livello locale la laconica conferma del fatto che manchino dosi nelle farmacie arriva da Federfarma Brescia, che già in agosto aveva espresso preoccupazione. «Non l’abbiamo ancora ricevuto e questo è un grosso problema» conferma la presidente Clara Mottinelli, dal momento che questo segna già un ritardo inevitabile nella campagna vaccinale.
Per la popolazione a rischio, cui viene garantita la somministrazione gratuita tramite il servizio sanitario, ovvero over60, bambini sotto i 6 anni e malati cronici, il vaccino sarà distribuito tramite le farmacie a pediatri e medici di base, ma la dosi non saranno disponibili a breve.
«Sarà ordinabile solamente dopo il 26 ottobre e quindi la vaccinazione avverrà dopo metà novembre».
Per la popolazione attiva, che era solita acquistare il vaccino in farmacia fin dal mese di ottobre, ad oggi non ci sono dosi disponibili. E ancora non si sa se e quante ne arriveranno. Al momento infatti le regioni hanno promesso alle famacie solo l’1,5% del quantitativo acquistato, ben al di sotto del 7% auspicato da Federfarma.
«I nostri fornitori non sanno darci una risposta e siamo ormai ad ottobre». Il confronto tra Federfarma, Regioni e ministero prosegue. Un nuovo incontro sul tema è fissato nelle prossime ore. Due al momento le ipotesi: che le Regioni che avanzassero dosi di vaccino le cedano alle farmacie per soddisfare la domanda privata o che si ricorra ad approvvigionamenti tramite l’estero. In entrambi i casi però il rischio è che le dosi arrivino fuori tempo massimo, compromettendo l’efficacia della campagna.
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