Falda inquinata: l'argine ai veleni della Caffaro non basta

La barriera idraulica non è efficace, bisogna ripensarla per fermare pcb, mercurio, cromo e solventi. Oggi il ministro Galletti a Brescia
La Caffaro vista dall'alto © www.giornaledibrescia.it
La Caffaro vista dall'alto © www.giornaledibrescia.it
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La barriera idraulica usata per fermare i veleni della Caffaro è da rifare. Il tema è emerso nuovamente nella commissione parlamentare Ecomafie, durante la seduta dedicata al sito di interesse nazionale.

Sotto l'azienda di via Milano ci sono pcb, solventi, cromo e mercurio che vengono trattenuti solo parzialmente dal sistema di raccolta e depurazione delle acque attivo dal 2004.

Il Ministero dell'ambiente e la Provincia hanno chiesto all'azienda Caffaro Brescia Srl, cui fa capo la produzione nel sito, di rivedere il meccanismo di emungimento e trattamento dell'acqua di falda, ma la risposta è stata un ricorso al Tar. Senza contare che la società ha formalizzato l'addio alla città: entro due anni la produzione verrà infatti spostata fuori Brescia. 

C'è anche questo tra i temi al centro della visita del ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, oggi a Brescia. Nel frattempo il commissario al Sin Caffaro, Roberto Moreni, ha avviato un bando di concerto con la Loggia proprio per risolvere la questione dell'inquinamento di falda e terreno sotto l'azienda, in modo da fermare la contaminazione.

 

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