Fa caldo, ma non è ancora l'anticiclone africano

La giornata di ieri non è stata nulla di eccezionale: non si sono registrati picchi eccessivi di temperatura
  • Caldo a Brescia, ma nulla di eccezionale
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Come previsto dai meteorologi, quella di ieri è stata una calda domenica d’estate, come tante altre vissute in passato. Nulla di eccezionale, però: d’altronde i modelli matematici non lasciavano presagire picchi eccessivi, che infatti non sono arrivati.

Nel pomeriggio le massime in città e provincia hanno raggiunto i 32-33°C, valori al di sopra della media, ma lontanissimi dai record storici. L’osservatorio dell’istituto Pastori ha rilevato una massima di 32,2°C, a conferma di un’ondata di caldo destinata ad essere ben presto dimenticata. Le zone più calde del Bresciano sono riuscite a superare i 33°C, senza però sfondare il muro dei 34°C: la stazione meteorologica di Chiesanuova ha raggiunto i +33,7°C.

Ben diverso quel che accadde un anno fa, con punte vicine ai 37-38°C, e tassi di umidità molto elevati che crearono un’insopportabile cappa di afa. Si trattò di un evento storico, mentre ciò che è accaduto ieri rientra nell’ordinaria amministrazione di un’estate finora vivibile: le prime due decadi di giugno sono trascorse con temperature vicine alla media del periodo, una vera rarità, di questi tempi. L’ultima settimana ha portato invece un graduale aumento termico, con i primi caldi, ma l’anticiclone africano, anomalo protagonista delle ultime stagioni estive, non si è fatto vedere e questa è indubbiamente una buona notizia.

Anche le previsioni per i prossimi 7-8 giorni lasciano ben sperare: nella nostra provincia le temperature continueranno a superare la media, senza spingersi troppo in alto. Le massime perderanno qualche grado e durante la prima decade di luglio, se la tendenza sarà confermata, un po’ di instabilità potrà movimentare l’atmosfera in pianura padana. Una cosa è certa: per il momento, grazie ad un anticiclone africano stranamente mansueto, non vivremo ondate di caldo meritevoli di aggettivi roboanti.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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