Ezio Zappa, maestro di ago e filo: «La vita è questione di stile»

Dopo 86 anni continua a cucire per figli e nipoti: «E l’ultimo vestito lo farò per il Padre Eterno»
Il sanzenese ha più di trenta abiti nel guardaroba - © www.giornaledibrescia.it
Il sanzenese ha più di trenta abiti nel guardaroba - © www.giornaledibrescia.it
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L’ultimo artista dell’ago e filo. A San Zeno è conosciuto come il sarto ma per Ezio Zappa, dopo ottantasei anni trascorsi tra stoffe e modelli, cucire abiti è diventato qualcosa che va ben oltre i confini della semplice professione. Le forbici usate come il pennello da Caravaggio, come lo scalpello da Canova, e ciò che è nato come un lavoro si è trasformato in arte. «La vera moda è però quella di un tempo - precisa Zappa -, perché oggi si copia soltanto, non si inventa più niente».

Forse è per questo che nell’armadio ha più di trenta vestiti, tutti rigorosamente autoprodotti, e che i tempi che furono sono rimasti impressi indelebilmente nella sua memoria. «Mio nonno era portinaio e sarto nel palazzo del conte Lechi a Montirone, dove cuciva a lume di candela perché le luci avrebbero rovinato i molti affreschi presenti - ricorda Zappa -. Fu invece mio padre ad avviare la sartoria, che allora era anche barberia, qui a San Zeno. Quando imparai a cucire avevo quindici anni e, poco prima dei venti, frequentai la scuola internazionale di taglio a Torino dove conseguii il diploma - prosegue Zappa -. Tornato in paese iniziai a lavorare con mio padre ma il desiderio era imparare il più possibile quindi cominciai molto presto a visitare un gran numero di sartorie sparse sul territorio».

 Nel 1962 il sarto sanzenese partecipò con una sua creazione alla sfilata «Ago d’oro», evento organizzato al Teatro Grande e che raggruppava alcuni tra i migliori sarti dell’epoca, mentre quattro anni dopo prese parte al concorso «Forbici d’oro» a Milano. Nel frattempo Ezio Zappa si sposò con Milena («I nostri testimoni avevano già il cambio abiti per andare a lavoro mentre noi abbiamo festeggiato il nostro viaggio di nozze a Desenzano per un’intera giornata») e prese in mano le redini della sartoria di famiglia.

«Quando subentrai a mio padre alla guida del negozio la gente pagava ancora con il baratto - racconta -. La mia arte stava anche nel riuscire a nascondere ogni imperfezione sotto un bel vestito». La perdita. Ma il passato di Zappa è fatto anche di momenti bui, come la scomparsa del fratello Angelo quando Ezio aveva solo otto anni: «È morto gloriosamente sul fronte greco-albanese e lo hanno insignito della medaglia d’argento. Il mio sogno è che il Comune di San Zeno gli dedichi una via». Ora l’artista dell’ago e filo non dorme sugli allori ma continua a destreggiarsi tra stoffe, bozze e modelli. Crea abiti su misura per figli e nipoti: «E il prossimo vestito che cucirò sarà per il Padre Eterno».

 

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