Ex segretario Lega picchiato, l’imputato: «Non sono stato io»
Era una sera di metà settembre 2013 quando Paolo Sabbadini, all’epoca segretario cittadino della Lega venne accerchiato e preso a calci e pugni in via Porta Pile nel quartiere Carmine, in città. Quattro anni e mezzo dopo l’aggressione ieri mattina a Palazzo di Giustizia è iniziato il processo all’unico imputato, Emanuele Frassi, 35 anni, legato al mondo dei centri sociali.
Era stato lo stesso Sabbadini a riconoscere, attraverso alcune fotografie, il suo aggressore che , secondo il racconto della vittima, non agì da solo, ma in gruppo. «A picchiare furono almeno in due» disse il leghista.
Il presunto complice di Frassi non è però mai stato individuato. Ieri mattina i giudici hanno ascoltato la testimonianza di Sabbadini, che ha ricostruito gli attimi concitati della sera del 14 settembre.
«Insulti, sputi e poi calci e pugni» ha detto.
Poi la parola è passata all’agente di Polizia intervenuto immediatamente dopo i fatti. «La vittima perdeva sangue e aveva gli occhiali rotti», poi tre teste della difesa e infine l’imputato che ha rilasciato una dichiarazione spontanea.
«Ho ricevuto uno spintone, ho reagito, ho sputato, ma non l’ho colpito io Sabbadini. C’era un sacco di gente. Nego di averlo aggredito» ha spiegato Frassi che quella sera scappò lontano da via Porta Pile. Il processo è stato aggiornato per discussione e sentenza al mercoledì prossimo 28 febbraio.
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