Ex cinema Ideal, dalle luci rosse ai bulldozer
Alle luci rosse dell’ultimo cinema porno della città si disse addio nel 2012. Alle possibili lampade al neon di un supermarket russo o di un maxistore cinese si rinunciò ancor prima di iniziare a pensarci. Così come ai lumi di un ipotetico centro religioso, idea solo abbozzata dalla comunità bengalese nel 2015. Oggi per l’ex cinema Ideal, in via Savoldo, perpendicolare di via Cremona, si devono immaginare lampadine a led all’insegna del risparmio energetico: l’edificio potrebbe venire demolito per lasciar spazio a un palazzo a tre piani suddiviso in una decina di appartamenti in classe A.
Questa è l’intenzione della società immobiliare bresciana che si è aggiudicata l’immobile all’asta, lo scorso 25 maggio, per 301mila euro. La speranza di chi abita nel quartiere è che lo stato di quell’enorme stabile dismesso e fatiscente possa esser sanato quanto prima, non solo dal punto di vista estetico (tapparelle delle finestre ridotte a brandelli, alberelli e sporcizia all’esterno), punto sul quale il Comune è già intervenuto con una sanzione amministrativa; ma anche dal punto di vista della salute pubblica. La copertura del tetto contiene amianto, seppur a vista appaia in discrete condizioni. E il Comune ha già richiesto alla società proprietaria di fornire un «indice di degrado» come previsto dalle normative, calcolato da un professionista. E di provvedere poi alla bonifica.
Nel 2004 il produttore di film hard Nicolino Matera acquistò l’Ideal per un milione di euro. Dopo la sua morte, per quell’enorme cubatura (si parla 10mila metri cubi tra platea, galleria e ridotto) ai tempi della chiusura nel 2012 si chiedevano 3,5 milioni di euro. Successivamente però la società proprietaria dello stabile fallì e l’immobile andò all’asta. Un primo esperimento per 535mila euro a novembre del 2017 è andato deserto, mentre a maggio per 301mila euro se lo è aggiudicato l’immobiliare bresciana che ora ha intenzione di intervenire.
L’idea per ora - che ancora però non ha preso la forma concreta di una richiesta di concessione edilizia al Comune - è quella di trasformare l’enorme edificio in un condominio con una decina di appartamenti, due o tre per ognuno dei tre piani, con tanto di terrazze e in classe energetica A. Chi era in allarme al pensiero che l’immobile potesse rimanere ancora a lungo in quelle condizioni di desolante abbandono, può quindi stare tranquillo. Chissà se il condominio - che dovrà per forza avere un nome - continuerà a chiamarsi Ideal.
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