Ex cava Pasotti, parco o terreno pianeggiante?

Il Codisa denuncia l'inizio dei lavori per ritombare il laghetto, la Loggia conferma la volontà di realizzare il Parco delle Cave.
Codisa, "Oasi in pericolo"
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Quel pasticciaccio brutto... dell’ex cava Pasotti. Dopo il botta e risposta a suon di carte bollate e sentenze si torna a parlare dell’ex cava di Buffalora, di proprietà della Gaburri spa.
L’area, prima terreno agricolo poi cava e ora laghetto diventato un’oasi ecologica, nell’intenzione della proprietà presto sarà nuovamente un terreno pianeggiante.

L’ultimo atto di quella che è diventa una storia infinita si consuma nel pomeriggio. L’allarme viene lanciato dai rappresentanti del Codisa che notano un cartello di inizio lavori appeso davanti all’ingresso dell’area che loro hanno soprannominato «Oasi». Si può leggere la data di inizio del cantiere: lunedì 16 giugno e la natura dell’intervento: «Ricomposizione morfologica e ambientale dell’ex cava Pasotti». Cioè riempimento del laghetto. Non solo: all’interno è già stato montato un prefabbricato ad uso ufficio. Parte il tam tam del Comitato: quell’area va salvata. Deve far parte del Parco delle Cave.

E nel primo pomeriggio di ieri a presidiare l’ex cava c’era una decina di persone più che ferme nel loro obiettivo. Non solo per salvaguardare la salute degli abitanti di Buffalora, ma anche perché quel laghetto ospita colonie di uccelli.

La domanda serpeggia: dov’è il Comune? Il sindaco Del Bono risponde via Facebook:«Siamo contrari, faremo tutto ciò che è in nostro potere». Gli fa eco l’assessore all’Ambiente Fondra: «Non si ritomba nulla, questa è una provocazione di Gaburri. L’ex cava per noi fa parte del Parco». Dal canto suo Giambattista Gaburri dice di essere in regola: «Mi è stata riattivata la Dia solo pochi giorni fa». Solo una scadenza dei termini per la Loggia che dà la possibilità alla proprietà solo di metter mano alla recinzione, montare l’ufficio, ma non di tagliare la vegetazione. Intanto venerdì Loggia e Gaburri si incontreranno per fare il punto.

 

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