Evasione fiscale, la lotta dei Comuni porta nel Bresciano 1,2 mln
Era partita un po’ in sordina. Poi la lotta all’evasione fiscale da parte dei Comuni è cresciuta, sostenuta dagli incentivi che hanno portato al 100% la quota incassata per la partecipazione «all’accertamento fiscale e contributivo».
Ma da un paio d’anni i soldi recuperati hanno subito una battuta d’arresto: da oltre venti milioni, si è scesi a 13,3. Il 14 settembre il Viminale ha disposto l’erogazione delle somme spettanti ai comuni per la loro collaborazione con l’Agenzia delle entrate per scovare i furbetti del Fisco. I dati valgono per gli accertamenti del 2016 e dicono che il totale è calato del 21,7% rispetto all’anno precedente, quando i sindaci ottennero più di 17 milioni.
Il territorio Bresciano, va detto, è in leggera controtendenza, grazie ai boom registrati a Flero e Collebeato: solo calati i municipi che hanno collaborato con l’Agenzia delle entrate, passati da 35 a 28, ma anche se di poco è cresciuta la somma recuperata, in tutto 1 milione e 186mila, 18mila euro in più. Segnalazioni.
Il meccanismo è quello delle segnalazioni qualificate. In sostanza i Comuni, nella loro attività, possono incontrare «situazioni sintomatiche di fenomeni evasivi dei tributi erariali». Per esempio i vigili possono scovare un parrucchiere che esercita senza autorizzazione. Oppure nelle verifiche per l’accesso ai servizi comunali si possono scoprire tenori di vita che non corrispondono a quel che c’è scritto nei 730. In sostanza gli uffici comunali incrociano le banche dati su redditi, patrimoni e imposte e «segnalano» all’Agenzia delle entrate se c’è qualche situazione anomala.
Se l’Agenzia «accerta» casi di evasione, quel che viene recuperato finisce nelle casse del Comune. Un’opportunità che però a livello nazionale viene colta solo da un Comune su 14. Dati. I Comuni della Lombardia e dell’Emilia Romagna si confermano i più impegnati nella lotta ai furbetti. Nel Bresciano le somme recuperate continuano la loro (lenta) crescita: nel 2013 ci si era fermati a 74mila euro, con solo 19 Comuni coinvolti.
Ora la cifra sfiora il milione e 200mila euro, trainata dalle somme recuperate da Flero. Il piccolo Comune dell’hinterland porta a casa 368mila euro, un quarto della torta bresciana, 125mila euro in più rispetto all’anno prima. «Sia chiaro - precisa il sindaco Piero Alberti - Flero non è un paese di evasori, abbiamo solo applicato le nuove norme sopravvenute in questi anni che hanno permesso di recuperare quelle somme. Somme importanti, che investiamo in opere e servizi a favore della comunità».
Collebeato incassa invece 252mila euro, il capoluogo si ferma a 121mila euro, 35mila euro in meno rispetto al 2015. Sopra i 100mila euro anche Ghedi (107mila euro), sotto ci sono Cellatica (88mila) e Capriolo (53mila). C’è anche chi recupera cifre poco più che simboliche, Rodengo Saiano 200 euro, Ospitaletto 50.
Analisi. Il podio nazionale vede sempre al comando Milano (1,7 milioni), seguito da Genova e Torino. Roma si ferma a 108mila. Preoccupa però il calo generalizzato. «Abbiamo riscontrato un calo da quando è partita l’armonizzazione dei bilanci - spiega il presidente dell’Anci Antonio Decaro -. Ora i Comuni sono soprattutto impegnati e concentrati sul fronte della riscossione. Le segnalazioni si sono ridotte: l’Agenzia delle entrate ci ha chiesto di farne meno ma più qualificate, per ottenere cifre maggiori. Dobbiamo comunque rinnovare l’impegno nella lotta all’evasione che per i Comuni rappresenta un’opportunità».TributiI risultati della collaborazione con l’Agenzia delle Entrate
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