Energia dai fanghi, Acque Bresciane lancia la startup per progetti green
Ci sono ancora alcuni passaggi formali da portare a termine. Alcuni Comuni hanno già dato il via libera, la Provincia lo farà nel consiglio del 3 ottobre. Poi, una volta ottenuto l’ok dei suoi soci, Acque Bresciane potrà dar vita a una newco dedicata a progetti innovativi sul ciclo idrico: produzione di energia rinnovabile, attività green per la depurazione o il recupero delle perdite degli acquedotti.
Un piano che parla di innovazione già nella forma di finanziamento: le risorse, fino a 8 milioni di euro, saranno infatti raccolte tramite un sito web dedicato, contribuiranno a realizzare investimenti sostenibili e garantiranno a chi investe un ritorno economico per ora ipotizzato al 4% (ma i conti si faranno più avanti).
Chi potrà investire? E com'è il meccanismo
Chiunque. Cittadini, associazioni, aziende, enti pubblici. L’obiettivo è coinvolgere il territorio nella realizzazione di progetti già presenti nel Piano industriale di Acque Bresciane che trasformano gli utenti in investitori.
La nuova società (newco) sarà interamente controllata da Acque Bresciane che gestirà in via esclusiva una piattaforma digitale destinata a raccogliere «risorse finanziarie presso gli utenti» si legge nella delibera della Provincia. Risorse «esclusivamente destinate alla realizzazione degli investimenti inerenti alle infrastrutture idriche o funzionali al servizio stesso». Tale progetto ha come fine «da un lato il reperire una fonte diversificata di finanziamento per gli investimenti previsti»; «dall’altro, la possibilità di coinvolgere gli utenti stessi, con un ritorno finanziario, nelle opere di sviluppo e ammodernamento della rete». La Provincia, socia con il 2,24% di Acque Bresciane, è pronta a mettere 50mila euro.
A differenza del più noto «crowdfunding», il crowdlending non è una raccolta di capitale di rischio ma un vero e proprio prestito: chi «presta» soldi lo fa a un tasso di interesse più o meno alto condividendo l’obiettivo di «realizzare un progetto».
L’idea di Acque Bresciane è dar vita a una start up il cui break even è fissato al collocamento di 8 milioni di euro. L’orizzonte temporale per completare la raccolta è ipotizzato in tre anni. Sarà fissato un tetto minimo (mille euro) e uno massimo, ancora da definire. La raccolta avverrà attraverso una piattaforma online gestita direttamente, così da ridurre i costi di commissione.
I progetti
Con il sì della maggioranza dei soci, come previsto dal Testo unico delle società partecipate, si potrà entrare nella fase operativa. Il progetto andrà fatto conoscere e la startup potrebbe nascere nel 2023. Ma quali progetti finanzierà? Le due parole chiave sono innovazione e sostenibilità.
Ci si muoverà dentro questo recinto. Per ora le ipotesi (ma andranno verificare e confermate) prevedono due filoni. Il primo è la produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare il bio-essiccatore dei fanghi da depurazione che si sta realizzando a Rovato e impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Il secondo punta sulla tecnologia: la newco potrebbe infatti finanziare l’acquisto di strumenti di laboratorio e progetti per individuare nuovi metodi di depurazione. Si vedrà.
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