Emma, la mamma che vola sulle ali della bici e vince tutto

La trentenne rezzatese ha conquistato l’ultima Sportful Dolomiti Race, con un tempo record
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Vola sulla sua bicicletta Emma Delbono, rezzatese di 30 anni che negli ultimi mesi ha vinto con la sua bicicletta tutto quello che si può vincere nel circuito italiano delle gare di Mbt di fondo e gran fondo dilettantistico. A vederla mai si direbbe che con una naturalezza da ciclista consumata questa ragazza dall’aspetto esile e quasi fragile, arrivata al ciclismo da soli 4 anni (la sua prima gara è stata la brescianissima cronoscalata della Maddalena), possa percorrere distanze impegnative che non stanno solo nei chilometri, circa 130 per il medio fondo e dai 130 ai 204 per il gran fondo, ma nei dislivelli, che dai 3.000 arrivano sino ai 4.000 o 5.000 metri. Tanto è stato infatti l’ultimo percorso che l’ha vista stravincere nel gran fondo Sportful Dolomiti Race circa un mese fa, davanti alla sua avversaria stracciata con venti minuti di vantaggio e un tempo di 7h13"36’, poco meno di quello del collega uomo.

Un tempo che impressiona solo a scriverlo, figuriamoci a farlo! Prima di questa gara, l’ultima in ordine di tempo, aveva vinto anche il gran fondo Tre Valli, Colnago 2017, Nove Colli, Stelvio Santini dove è stata proclamata «Queen of the Mountain granfondo». Eppure per Emma, che da poco è mamma di Rosa, una piccolina di 11 mesi, questi traguardi impressionanti sembrano quasi normali. Emma corre nelle fila della società rezzatese Tamburini, ma, spiega, non ha mai pensato al professionismo: «Non voglio pressioni né stress. Alla Tamburini non mi chiedono nulla e sono libera di allenarmi come e quando voglio, non più di tre volte alla settimana e non oltre le due ore» perché, ammette, «non posso approfittare molto dei miei genitori che si occupano della bimba quando io mi alleno».

Naturalmente anche gli allenamenti avvengono rigorosamente in salita, in genere in quel di Serle, perché in pianura Emma va solo quando deve spostarsi da Caionvico, dove abita da quando ha conosciuto il compagno Massimo e papà di Rosa, che, dice, «ho incontrato grazie alle due ruote e con il quale condivido la mia passione, mi segue ovunque e mi fa da gregario nelle gare». Due sono le cose che Emma proprio non sopporta, la prima, come detto, è la pianura, la seconda è il freddo. Per la verità ce n’è anche una terza, la paura delle discese, nelle quali è sempre molto prudente, soprattutto ora che nella sua vita è entrata Rosa. «In discesa non faccio mai più di 70 chilometri all’ora - dichiara - e se necessario anche meno, perché in discesa se si cade ci si fa male davvero, perciò io sono molto prudente». Da quando è mamma ha lasciato il lavoro di commessa all’Auchan, e ora spera di dedicarsi finalmente alla sua tesi di laurea in agraria che l’aspetta ad ottobre: una scalata dove deve studiare anziché pedalare, ma se le viene bene come andare in bicicletta, sarà certamente da 110 e lode.

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