Elezioni politiche: candidature, emergenze e richieste

La campagna elettorale ora entra nel vivo, ma i temi sono ben oltre il livello territoriale
Torre di Babele al centro di un labirinto
Torre di Babele al centro di un labirinto
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Dopo un mese di speculazioni i partiti hanno finalmente chiuso le liste. Nemmeno il tempo di fare qualche valutazione a mente fredda e la politica italiana si è vista travolta dalla crisi energetica. Cinicamente si potrebbe anche dire che i capi di partito hanno potuto buttarsi sulla campagna elettorale per non dover più badare ai mugugni interni per chi è stato escluso e chi alla fine si è scoperto in lista, ma in una posizione non eleggibile.

Contemporaneamente è stata anche la prima settimana, proprio perché le candidature sono state definite, in cui categorie produttive e esponenti della società civile hanno fatto sentire la loro voce con una lunga lista di richieste alla politica. La cosa più incredibile è che chi presenta il conto ai politici sembra che non abbia mai avuto a che fare con le istituzioni. Mettiamo le cose in fila.

Sorprese

Le candidature: fino alla fine ci sono state sorprese anche a Brescia. L’ex sindaco nonché commissario straordinario di Forza Italia, Adriano Paroli, che doveva essere candidato alla Camera come capolista nel listino plurinominale si è ritrovato quarto per il Senato nel collegio Varese-Como-Monza-Sondrio.

L'ex sindaco e senatore forzista Adriano Paroli - © www.giornaledibrescia.it
L'ex sindaco e senatore forzista Adriano Paroli - © www.giornaledibrescia.it

La coordinatrice regionale e responsabile Enti locali del partito azzurro, Licia Ronzulli, ha cercato di convincere tutti che si trova in una situazione «blindata». Qualche timore Paroli ce l’ha sicuramente, ma il partito lo considera indispensabile per il suo ruolo di mediatore all’interno della Giunta per le autorizzazioni di Palazzo Madama, dove riapproderà se sarà (quasi certamente) rieletto al Senato.

La vera sorpresa forzista è stata quella di Maurizio Casasco presidente di Confapi e della confederazione europea della Pmi. Sarà capolista per il listino della Camera nella provincia di Brescia e candidato all’uninominale di Brescia. Il suo approdo in Forza Italia non deve stupire: già nel 2017 a circa tre mesi dal voto aveva partecipato ad un appuntamento azzurro indicando di fatto una serie di priorità che furono poi parte del programma economico forzista.

La coordinatrice regionale di Fi Licia Ronzulli e Maurizio Casasco - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
La coordinatrice regionale di Fi Licia Ronzulli e Maurizio Casasco - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it

Richieste

Per Casasco un approdo alla Camera sicuramente non basterà, inutile dire che potrebbe subito prendere un ruolo governativo. Di sicuro, se non rimarrà semplice deputato, dovrà fare i conti con la lunghissima lista di richieste avanzate dal mondo produttivo anche bresciano che in settimana si è fatto avanti: da Confindustria a Coldiretti dagli Artigiani ai Commercianti fino ai sindacati tutti chiedono qualcosa. Taglio del costo del lavoro, taglio del costo dell’energia, taglio delle tasse, più fondi dal Pnrr, maggiori tutele di pensioni e di salari, transizione ecologica, ma senza perdere posti di lavoro. È ironico come per tutti sembri la prima volta, come se fino ad oggi non avessero mai avuto a che fare con la politica a nessun livello. E se non bastassero queste richieste ci sono anche quelle del mondo sociale (Acli, Mcl, Fondazione della Comunità Bresciana, il Terzo settore) che però vanno oltre il breve periodo e richiedono quindi riforme strutturali ma anche culturali del Paese: lotta alla povertà, alle diseguaglianze, politiche per la famiglia, promuovere la cultura della solidarietà e del lavoro.

Alla fine sommate tutte queste richieste diventano quasi una posta del cuore indirizzata ai politici con una richiesta a monte: «Serietà e basta false promesse». Certo l’etica pubblica e il rigore dovrebbero essere sempre requisiti fondamentali per chi decide di fare politica. Differente il discorso sulle promesse, vere o false che siano, fanno parte della propaganda politica che è ingrediente principale di qualsiasi campagna elettorale. Servono innanzitutto a mantenere il proprio elettorato di riferimento e, se si è davvero fortunati, ad ampliare i simpatizzanti, magari nell’ultima settimana quando gli indecisi fanno una scelta.

Tagli

Tornando alle scelte, quelle dei partiti e delle candidature. Lunedì sera a procedure burocratiche terminate si è registrato il taglio del leghista Raffaele Volpi, nell’ultima legislatura è stato sottosegretario alla Difesa e nientemeno che presidente del Copasir. L’aver contribuito in passato ad espandere la Lega al Sud con l’iniziativa «Noi con Salvini» non ha compensato la sua vicinanza a Giancarlo Giorgetti e a posizioni fermamente atlantiste.

Raffaele Volpi - © www.giornaledibrescia.it
Raffaele Volpi - © www.giornaledibrescia.it

Due aspetti che gli sono costati cari. Ad onor del vero anche nel 2018 il suo approdo alla Camera non era stato agevole: era stato candidato nel collegio di Suzzara (oggi scomparso dopo il taglio dei parlamentari) con cui fino a quel momento non aveva praticamente mai avuto a che fare. Se Volpi non ci sarà, un altro che rischia molto è il senatore uscente Gianpietro Maffoni, fino a poche ore dalla consegna delle liste sembrava destinato all’uninominale del Senato nel collegio a scavalco tra Brescia e Bergamo. Alla fine è quarto nel listino del plurinominale e anche qui le rassicurazioni dei vertici di un ingresso «quasi sicuro» potrebbero non bastare al sindaco di Orzinuovi.

Nei panni del candidato

Ad ogni modo la campagna elettorale non si svolge in tempi normali: una guerra in Europa, l’inflazione, l’emergenza climatica e la crisi energetica. Un poker di temi che rischia di sovrastare ogni singolo candidato che non può che accodarsi alle ricette proposte dal leader del proprio partito. In particolare sul prezzo del gas, emergenza che tiene banco in questi mesi non è che ci siano molte soluzioni, soprattutto perché andranno decise probabilmente a livello europeo. Tanto meno sui correttivi per le bollette salate che gli italiani rischiano di ricevere nei prossimi mesi. Con tutte queste emergenze che incombono sul nostro Paese ben vengano tutti i cahiers de doléances di categorie produttive e datoriali, di sindacati e associazionismo, o di semplici cittadini, ma i candidati, in cuor loro, sanno perfettamente che le risposte che daranno in questo mese durante i comizi e le tribune politiche non possono essere definitive. Si tratta pur sempre di propaganda. Una volta ottenuta la maggioranza e formato il Governo si vedrà.

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